Nove milioni di bambini muoiono entro i primi 5 anni di vita per malattie spesso facilmente
curabili
Sono ancora nove milioni i bambini nel mondo che muoiono entro i primi cinque anni
di vita. Secondo il rapporto decennale di “Countdown to 2015”, sponsorizzato dalle
Nazioni Uniti e da altre agenzie internazionali, molto lavoro deve ancora essere fatto
per ridurre di tre quarti la mortalità infantile entro cinque anni, come auspicato
dagli “Obiettivi del Millennio”. Michele Raviart ha intervistato Francesco
Aureli, portavoce di Save the Children, Ong che ha partecipato alla stesura del
rapporto.
R. - E’ un
problema molto serio e molto grave che purtroppo si verifica principalmente al 97%
nei Paesi in Via di Sviluppo, parliamo dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale.
Noi parliamo di cause come la polmonite, la diarrea, la malaria, il morbillo. Gli
interventi che sono necessari sono semplici, possono essere realizzati attraverso
la dislocazione di cliniche di base o di centri sanitari. C’è bisogno di intervenire
su quello che è l’igiene e quindi l’acqua potabile.
D. – Ma sono obiettivi
effettivamente raggiungibili?
R. – L’obiettivo di ridurre di tre quarti
la mortalità infantile entro il 2015, può essere fatto. Gli interventi dovrebbero
essere finanziati dai Paesi occidentali che hanno preso degli impegni su questo e
che purtroppo non stanziano i fondi necessari.
D. – Una delle cause
più frequenti dei decessi infantili, sembra rimanere l'Aids...
R. –
Sull’Aids si sono fatti degli enormi passi avanti, da quando il G8 ha istituito il
Global Found per combattere l’Aids. La riduzione è stata molto forte nella gran parte
dei Paesi dell’Africa che erano i Paesi con i più alti tassi di incidenza dell’Hiv.
In questi Paesi c’è da stanziare almeno il 15% del budget nazionale a interventi di
rafforzamento dei sistemi sanitari, che possono incidere sulle cause che sono relative
alla trasmissione dell’Hiv.
D. – Come l’impegno di Save the Children
contribuisce al raggiungimento di questo obiettivo?
R. – Noi di Save
the Children ci stiamo adoperando con circa due miliardi e mezzo di dollari da qui
al 2015 in questa campagna che si chiama “Everyone” che è una campagna mondiale che
stiamo realizzando, e ci stiamo adoperando anche per far capire ai Paesi in Via di
Sviluppo quali sono gli interventi da fare e ai Paesi occidentali anche quali sono
gli interventi da finanziare e quanti fondi sarebbero necessari.