“La comunione con Pietro e i suoi Successori è garanzia di libertà per i Pastori della
Chiesa e per le stesse comunità loro affidate”: è uno dei passaggi chiave di una lettera
indirizzata ai vescovi e sacerdoti della Cina continentale dal cardinale Ivan Dias,
prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli. Sull’importante documento,
pubblicato in questi giorni dall'agenzia Fides, ascoltiamo la riflessione del direttore
della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per
Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
Il prefetto
della Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli, cardinale Ivan Dias, ha pubblicato
una bellissima e importante lettera per i vescovi e i sacerdoti della Cina continentale
ispirata dalle tematiche dell’Anno sacerdotale appena concluso. Chi pensa alla Chiesa
in Cina solo in chiave di problemi politici o di rapporti diplomatici rischierà di
non capirla. Il cardinale Dias parla in prospettiva pastorale, parla della testimonianza
che il vescovo e il sacerdote deve dare anzitutto come uomo di Dio e uomo per gli
altri, parla di preghiera e di celebrazione dell’Eucarestia, parla di servizio del
tutto disinteressato dei piccoli e dei poveri, dei peccatori, di tutti, secondo l’esempio
di Gesù. Parla della comunione con il Santo Padre nella Chiesa come garanzia di libertà
nell’adesione alla verità e all’autentica tradizione. Probabilmente i fedeli e i pastori
della Chiesa in Cina sono fra i più consapevoli in questo argomento, alla luce della
loro esperienza. Ma parla anche e ancor più della unione fra i membri della comunità
ecclesiale, superando con pazienza e coraggio le divisioni. Le divisioni sono infatti
conseguenza del peccato. Quel peccato che – come ha ricordato più volte il Papa recentemente
– è il più grave pericolo per la Chiesa. Il pericolo che viene dall’interno e che
è peggiore di quelli che vengono dall’esterno. “Il Papa vi invita a proseguire intrepidi
sul cammino della santità, dell’unità e della comunione” conclude il cardinale Dias.
Per i sacerdoti e i vescovi cattolici cinesi, come per tutti i sacerdoti e i vescovi
della Chiesa universale a cui essi appartengono, questi sono i punti primordiali su
cui costruire il futuro. Ci sentiamo solidali con loro in questo cammino, che dev’essere
anche il nostro.