Thailandia: il movimento pro-vita contro la legalizzazione della maternità surrogata
In Thailandia è in dirittura di arrivo una legge sulla maternità surrogata. Il testo
nella stesura finale è stato approvato dal Parlamento thailandese lo scorso mese di
maggio e attende la promulgazione del re. Contro la legalizzazione è pronto a dare
battaglia il Movimento per la vita. Il direttore aggiunto della sezione locale dell’organizzazione,
padre Siranon Sanpetch, ha annunciato a Eglises d’Asie l’intenzione di lanciare una
vasta campagna di sensibilizzazione e informazione per mobilitare le coscienze. Nelle
intenzioni del legislatore, il provvedimento vuole colmare un vuoto legislativo e
dare un’inquadratura legale a questa pratica in Thailandia, dove la domanda di “uteri
in affitto” è in rapida crescita, come mostra il proliferare nel Paese di agenzie
di maternità surrogata. Nell’ordinamento thailandese, infatti, essa non è né vietata,
né permessa. In pratica la nuova legge non consentirà il “commercio” degli uteri,
permettendo solo le donazioni spontanee. Queste saranno autorizzate solo a due condizioni:
che l’embrione impiantato nell’utero della madre surrogata sia il frutto della fecondazione
interna a una coppia sposata, o che esso sia il frutto della fecondazione tra un gamete
di uno dei due coniugi e quello di una persona terza. Secondo padre Sanpetch, questi
limiti sono del tutto insufficienti. Se una donna vuole avere un bambino senza portare
avanti la gravidanza per una qualsiasi ragione, anche la più banale, d'ora in poi
potrà farlo: “La gestazione surrogata diventerà così un lavoro come un altro”, rileva
il sacerdote. (A cura di Lisa Zengarini)