Kenya: confessioni cristiane unite per dire no al referendum costituzionale
Le principali Chiese cristiane del Kenya hanno organizzato oggi una preghiera ecumenica
comune in vista del referendum sulla nuova Costituzione, che si terrà il 4 agosto.
Circa 10mila fedeli hanno affollato la “Holy Family Basilica” di Nairobi. Il testo
della nuova Costituzione, che i keniani sono chiamati ad approvare con il referendum
del 4 agosto, ha suscitato forti critiche da parte delle comunità cristiane. Sono
due le obiezioni che la Chiesa cattolica, insieme alle altre confessioni cristiane,
muove al progetto costituzionale. La prima concerne la clausola che sposta l’inizio
della vita dal concepimento alla nascita. Questa proposta viene vista dalle Chiese
come propedeutica alla legalizzazione dell’aborto. La seconda obiezione riguarda il
riconoscimento delle corti civili musulmane, le cosiddette “Kadhi courts”. Il progetto
costituzionale dovrà essere approvato da un referendum. La posizione della Chiesa
cattolica è stata ribadita dal cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi durante
una conferenza stampa per presentare la preghiera ecumenica. “Questa effervescenza
sulla questione se si debba votare sì o no, non è molto importante per noi. Al contrario
impartire le giuste informazioni in merito alla questione, con lo scopo di aiutare
il nostro popolo a prendere la giusta decisione in merito alla questione è di fondamentale
importanza per noi” ha detto il cardinale. Facendo eco alla nota dei vescovi dell’11
maggio, il cardinale Njue ha aggiunto che “vi sono stati dei miglioramenti della bozza
costituzionale, ma il buono è stato mischiato con alcuni paragrafi cattivi che incidono
sulla vita morale e i diritti. Vi sono persone che pensano che solo una piccola percentuale
della bozza costituzionale sia cattiva. Sfortunatamente non è così. Il male per quanto
piccolo è come un lievito cattivo, e trasforma e corrompe tutta la massa da dentro”.
(E.C.)