2010-07-30 14:52:22

Il cardinale Pengo: soddisfatti per i progressi del Secam, ma occorre fare di più per l'unità


Quarta giornata oggi ad Accra, in Ghana, dell’Assemblea plenaria del Secam, il Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar. L’assemblea festeggia i 40 anni di attività con una settimana di incontri sulle prospettive per la Chiesa in Africa. E’ stato ribadito, in particolare, che l’unità è il fattore indispensabile perché il Secam possa perseguire i propri obiettivi. E’ quanto sottolinea anche il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam e presidente del Secam, intervistato da padre Joseph Ballong, responsabile del programma Francese-Africa della Radio Vaticana:RealAudioMP3

“C’è ancora qualche problema su questo punto dell’unità, perché c’è sempre qualcuno che non vuole partecipare al Secam. Penso ad esempio all’Egitto, che vuole appartenere al Medio Oriente più che all’Africa, anche se non c’è una contraddizione in questo caso. Posso dire che, in generale, tutto è andato bene. Siamo quindi tutti lieti dei progressi del Secam, ma certamente c’è ancora molto da fare. I progressi, comunque, sono soddisfacenti”.

La prima fase dei lavori del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar è stata caratterizzata da relazioni di esperti che hanno aiutato a riflettere su come favorire l’autosufficienza della Chiesa in Africa. Tra gli esperti è intervenuto anche Giambenedetto Colombo che tre anni fa ha fondato l’Onlus “Efrem” (Energy Freedom) per far crescere in Africa la cultura sulle energie rinnovabili. Proprio il fondatore di “Efrem” ha illustrato un progetto legato alle energie rinnovabili: RealAudioMP3

“Ho proposto - a mio avviso - un'importante posizione di ricerca di energia alternativa, in particolare solare o fotovoltaica, con la quale la Chiesa africana possa iniziare a produrre appunto energie, a produrre, quindi, attività economiche artigianali e non, destinate a dare e produrre risorse e occupazione, perché il vero problema dell’Africa e quindi anche della Chiesa africana è la drammatica mancanza di occupazione che esiste soprattutto nei villaggi remoti. Con la nostra associazione abbiamo concepito un sistema di produzione di energia alternativa che nei villaggi permetta l’ottenimento di risultati molto qualificati a livello sociale e a livello economico quali la produzione di acqua bollente e bollita che impediranno la deforestazione e le malattie derivanti dalla mancanza di potabilità dell’acqua stessa e poi, in subordine, la possibilità di creare una serie di attività artigianali. Ultima, ma non meno importante, la possibilità di diffondere l’evangelizzazione con i mezzi di comunicazione di massa quali DVD, internet, messaggi di natura radiofonica e televisiva. Tutto questo è possibile soltanto a condizione di avere energia e l’energia l’Africa la possiede. Il sole africano non ha bisogno della mia presentazione per essere conosciuto!”. (Montaggi a cura di Maria Brigini)







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