Il cardinale Pengo: soddisfatti per i progressi del Secam, ma occorre fare di più
per l'unità
Quarta giornata oggi ad Accra, in Ghana, dell’Assemblea plenaria del Secam, il Simposio
delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar. L’assemblea festeggia i 40 anni
di attività con una settimana di incontri sulle prospettive per la Chiesa in Africa.
E’ stato ribadito, in particolare, che l’unità è il fattore indispensabile perché
il Secam possa perseguire i propri obiettivi. E’ quanto sottolinea anche il cardinale
Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam e presidente del Secam, intervistato
da padre Joseph Ballong, responsabile del programma Francese-Africa della Radio
Vaticana:
“C’è ancora
qualche problema su questo punto dell’unità, perché c’è sempre qualcuno che non vuole
partecipare al Secam. Penso ad esempio all’Egitto, che vuole appartenere al Medio
Oriente più che all’Africa, anche se non c’è una contraddizione in questo caso. Posso
dire che, in generale, tutto è andato bene. Siamo quindi tutti lieti dei progressi
del Secam, ma certamente c’è ancora molto da fare. I progressi, comunque, sono soddisfacenti”.
La
prima fase dei lavori del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar
è stata caratterizzata da relazioni di esperti che hanno aiutato a riflettere su come
favorire l’autosufficienza della Chiesa in Africa. Tra gli esperti è intervenuto anche
Giambenedetto Colombo che tre anni fa ha fondato l’Onlus “Efrem” (Energy Freedom)
per far crescere in Africa la cultura sulle energie rinnovabili. Proprio il fondatore
di “Efrem” ha illustrato un progetto legato alle energie rinnovabili:
“Ho proposto
- a mio avviso - un'importante posizione di ricerca di energia alternativa, in particolare
solare o fotovoltaica, con la quale la Chiesa africana possa iniziare a produrre appunto
energie, a produrre, quindi, attività economiche artigianali e non, destinate a dare
e produrre risorse e occupazione, perché il vero problema dell’Africa e quindi anche
della Chiesa africana è la drammatica mancanza di occupazione che esiste soprattutto
nei villaggi remoti. Con la nostra associazione abbiamo concepito un sistema di produzione
di energia alternativa che nei villaggi permetta l’ottenimento di risultati molto
qualificati a livello sociale e a livello economico quali la produzione di acqua bollente
e bollita che impediranno la deforestazione e le malattie derivanti dalla mancanza
di potabilità dell’acqua stessa e poi, in subordine, la possibilità di creare una
serie di attività artigianali. Ultima, ma non meno importante, la possibilità di diffondere
l’evangelizzazione con i mezzi di comunicazione di massa quali DVD, internet, messaggi
di natura radiofonica e televisiva. Tutto questo è possibile soltanto a condizione
di avere energia e l’energia l’Africa la possiede. Il sole africano non ha bisogno
della mia presentazione per essere conosciuto!”.(Montaggi a cura di Maria
Brigini)