Boscimani a rischio sopravvivenza: il Botswana li priva delle risorse idriche
I Boscimani non potranno più accedere alle risorse idriche dei loro territori, nel
deserto del Kalahari. Il divieto è stato sancito in questi giorni dall’Alta Corte
del Botswana. I Boscimani, tra le popolazioni nomadi più antiche del pianeta, sono
una minoranza in Botswana e vivono in costante tensione col governo. Autorizzazioni
a scavare nuovi pozzi sono invece concesse a complessi turistici e a società minerarie.
Michele Raviart ha intervistato a riguardo Francesca Casella, di Survival
International, che si occupa da anni del sostegno ai popoli tribali di ogni continente:
R. - Questa
sentenza è incomprensibile. Il processo intentato dai Boscimani si basava sul “Water
Act”, una legge che in Botswana consente a tutti i cittadini proprietari di un territorio
o che lo utilizzano, di aver accesso alle risorse idriche della loro terra. Non si
capiscono, quindi, quali siano le ragioni per le quali sia stato negato ai Boscimani
il diritto all’acqua.
D. - Il divieto di accesso al loro pozzo storico
che ripercussioni avrà sulla vita quotidiana di questo popolo?
R. -
Senza acqua per i Boscimani non c’è alcuna possibilità di poter continuare a vivere
in sicurezza, perché devono compiere dei lunghi, difficilissimi ed anche molto rischiosi
viaggi lontano dai loro villaggi per procurarsi l’acqua, soprattutto nei momenti di
siccità. Per raggiungere le fonti d’acqua più vicine, a volte devono camminare a piedi
per 480 chilometri. Una situazione, questa, insostenibile ovviamente!
D.
- Come si è arrivati a questa situazione?
R. - I boscimani sono stati
sfrattati dal governo del Botswana dalle loro terre che si trovano all’interno del
Central Kalahari Reserve nel 2002. Quando il governo effettuò questi sfratti, li confinò
in campi di reinsediamento, dove le autorità pretendevano di poter dare a questo popolo
sviluppo, progresso, assistenza medica e quindi una vita sostanzialmente migliore.
In realtà, i Boscimani hanno da sempre definito questi luoghi come dei campi di morte.
Il governo sigillò in quell’occasione il pozzo dell’acqua da cui dipendeva la sopravvivenza
dei Boscimani nelle terre natali durante la stagione secca.
D. - Quest’anno
è stato inaugurato in Botswana un centro di ricerca universitaria sulla storia e la
cultura dei Boscimani cui ora viene sbarrato l’accesso all’acqua. Come convivono
questi due aspetti?
R. - Non è assolutamente raro vedere dei governi,
da un lato, calpestare completamente i diritti umani e territoriali fondamentali dei
loro popoli nativi e, dall’altra, promuovere la loro cultura e la loro stessa esistenza
nei territori nazionali soprattutto per motivi turistici. Riteniamo che la vera ragione
di questo accanimento siano gli immensi giacimenti di diamanti trovati sotto le terre
abitate dai Boscimani.