Lettera del cardinale Dias ai vescovi e ai sacerdoti nella Cina continentale
Nonostante difficoltà e sofferenze, bisogna proseguire con coraggio sul cammino dell’unità
in seno alla Chiesa: è quanto si legge in una lettera del cardinale Ivan Dias ai vescovi
e sacerdoti della Cina continentale, a conclusione dell’Anno Sacerdotale. Il prefetto
della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli rassicura i presuli cinesi che
il Papa li incoraggia a proseguire gli sforzi per l’unità dei Pastori tra di loro
e con i fedeli loro affidati. Il documento è stato pubblicato oggi in cinese e italiano
sul sito Internet dell’agenzia Fides. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nel documento
viene sottolineato che “l’esemplare fedeltà e l’ammirevole coraggio, dimostrati dai
cattolici in Cina verso la Sede di Pietro sono un dono prezioso del Signore”. Il prefetto
della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli si sofferma sul tema della comunione.
“Sappiamo bene – scrive il porporato – quanto alcuni di voi hanno dovuto soffrire
nel recente passato a causa della loro fedeltà alla Santa Sede”. E si dice certo,
“come afferma Benedetto XVI” che “la comunione con Pietro e i suoi Successori è garanzia
di libertà per i Pastori della Chiesa e per le stesse comunità loro affidate”.
Al
tempo stesso, si legge nella lettera, “l’altra dimensione dell’unità dei cristiani
è l’unione tra i membri della comunità ecclesiale”. E’ questa, prosegue, “l’importante
sfida che state già affrontando, cercando di rafforzare l’unità in seno alla Chiesa
medesima”. Rivolgendosi ai vescovi e sacerdoti cinesi, il cardinale Dias confida che
avrebbe tanto desiderato dire “queste cose personalmente” e ascoltare le loro gioie,
i dolori “nonché le speranze che nutrite e le sfide che affrontate ogni giorno”. Le
“vostre testimonianze e i vostri messaggi”, soggiunge, “ci danno molta consolazione
e ci spingono ad innalzare fervide preghiere affinché il Signore vi renda sempre più
forti nella fede e vi sostenga nei vostri sforzi” per annunciare il Vangelo in Cina.
E loda il Signore “per gli sforzi già compiuti o in atto a riguardo dell’unità in
seno alla Chiesa”, auspicando che “l’unità dei Pastori tra di loro e tra i loro greggi
sia sempre più salda in Cristo e nella Chiesa”. In tale occasione, scrive il cardinale
Dias, vi assicuro che il Papa vi benedice e “vi invita a proseguire intrepidi sul
cammino della santità, dell’unità e della comunione, come hanno fatto le generazioni
che vi hanno preceduto”.
Ricordando poi la figura di San Giovanni Maria
Vianney, il cardinale Dias ribadisce che il sacerdote deve essere “un uomo di Dio
e uomo per gli altri”. Deve pertanto “distinguersi come uomo di preghiera e di vita
austera”. Un ecclesiastico, avverte, dovrà dunque “resistere a ogni desiderio di arricchirsi
di beni materiali o di cercare favori per la propria famiglia o etnia”. Ancora, non
nutrirà “una malsana ambizione di fare carriera nella società o nella politica”. Tutto
questo, infatti, “è estraneo alla sua vocazione sacerdotale e lo distrae gravemente
dalla sua missione”. Nell’annuncio del Vangelo, conclude il cardinale Dias, i vescovi
e i sacerdoti potranno trovare aiuto nel “luminoso esempio” di padre Matteo Ricci,
indimenticabile missionario in Cina.