Giornata del Secam: per rilanciare l'autonomia della Chiesa in Africa
Proseguono ad Accra, in Ghana, i lavori della 15.ma assemblea plenaria del Secam,
il Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar. L’evento vive oggi
un momento particolarmente significativo: si celebra infatti la Giornata del Secam.
Una ricorrenza nata già 40 anni fa, come spiega l’arcivescovo di Accra, mons. Charles
Palmer Buckle, intervistato dalla nostra inviata in Ghana, Maria Dulce Araujo:
R. - Pensate
che già nel 1969-1970 i vescovi avevano scelto il 29 luglio come la Giornata del Secam,
ma in tanti ancora oggi non ne sanno nulla. Speriamo, quindi, di cogliere questa occasione
per rilanciare questa Giornata come il giorno in cui si parla delle attività del Secam,
dei successi e delle sfide del Secam.
D. – Quali sono queste sfide?
R.
- Una delle sfide del Secam è rappresentata proprio da questo sentirsi appartenenti
ad una Chiesa continentale e quindi non soltanto ad una Chiesa universale o nazionale.
Questo rappresenta certamente una sfida grande, poiché molti pensano ancora alle proprie
diocesi o magari alla Conferenza episcopale nazionale, mentre dovrebbero riuscire
ad andare al di là e pensare quindi a livello continentale. Solo in questo modo il
Secam potrà portare avanti i propri obiettivi, primi fra tutti quelli dell’evangelizzazione,
della formazione dei nostri agenti pastorali, dello sviluppo umano, dell’ecumenismo
e quindi l’obiettivo del dialogo interreligioso.
D. – Al Simposio si
sta parlando dell’autosufficienza della Chiesa in Africa…
R. - Si parla
di autosufficienza perché finora siamo stati molto dipendenti dalla beneficienza dell’Europa
e dell’America, dai loro aiuti per quanto riguarda i missionari, i sostegni finanziari,
la formazione del personale dei nostri centri; ora, invece, dobbiamo prendere nelle
nostre mani il destino del nostro continente.
D. – Di cosa ha bisogno
il Secam?
R. - I padri fondatori del Secam avevano una visione, ma questa
visione dei padri fondatori nel tempo si è un po’ affievolita. Dobbiamo rinnovarci
e rifare nostra la visione di una Chiesa che parla come famiglia di Dio e che agisce
come famiglia di Dio e una Chiesa che possa aiutarsi vicendevolmente. L’occasione
per rinnovarci è proprio questa Giornata del Secam, il 29 luglio di ogni anno: invito
tutti gli africani a partecipare a questa Giornata, in tutte le parrocchie, ovunque
essi siano e quindi anche gli africani che si trovano in diaspora. Credo poi che,
essendo la Chiesa una, santa, apostolica e universale, anche i cattolici degli altri
continenti vorranno partecipare e pregare per il Secam.