Arizona: bloccate le norme più controverse della legge sull'immigrazione. Soddisfazione
della Chiesa
Entra in vigore oggi in Arizona la nuova legge sull’immigrazione firmata ad aprile
dalla governatrice Jean Brewer: sulla normativa si è però espressa ieri un giudice
distrettuale statunitense, la signora Susan Bolton, bloccando i punti chiave del testo
che avevano innescato la protesta degli immigrati e della Chiesa nonché l’opposizione
sul fronte legale della Casa Bianca. Secondo la signora Bolton, alcune disposizioni
contenute nella legge sono in contrasto con la legge federale e dunque non possono
essere applicate. Il servizio di Luis Badilla.
In concreto,
disposizioni come quelle che autorizzavano la polizia a chiedere i documenti d'identità
a chiunque e senza motivo giustificabile, anche solo per il colore della pelle, così
come procedere addirittura agli arresti in determinati casi, non sono entrate in vigore
la scorsa mezzanotte. La minima parte della legge che è entrata in vigore poche ore
fa non riguarda dunque diritti civili e costituzionali e si riferisce solo a procedure
amministrative riguardo al soggiorno degli stranieri nello Stato. La stampa statunitense
interpreta questa decisione come l’inizio della cancellazione totale della legge quando
sarà esaminato, nel prossimo mese di novembre, il ricorso presentato dal presidente
Barak Obama contro lo Stato dell'Arizona, affermando che la materia migratoria è una
competenza federale. Ieri sera, gioia e soddisfazione si potevano leggere sul volto
di migliaia e migliaia di immigrati residenti nello Stato ma anche in altri luoghi
del Paese. Numerosi gruppi di ispanici si erano riuniti nelle parrocchie delle diocesi,
in particolare Tucson e Phoenix, per aspettare insieme, pregando, la decisione del
giudice. Da molti mesi questa popolazione vive nella paura dell'arresto e della deportazione,
come avevano denunciato i vescovi dello Stato, Gerald F. Kicanas, J. Olmsted, Eduardo
Nevares e James Gallup, e che sono stati i primi a esprimere soddisfazione per il
verdetto giudicato "sensato, equilibrato e umano". Molti di questi immigrati nelle
settimane scorse erano fuggiti dallo Stato temendo brutte conseguenze. In alcune parrocchie
di Phoenix è andato via il 25% dei parrocchiani. L'arcivescovo di Los Angeles, cardinale
Roger Mahony, in un breve comunicato pubblicato sul sito dell'arcivescovado, “ringrazia
il giudice della Corte distrettuale (...) poiché ha bloccato una legge contenente
norme inaccettabili dal punto di vista del diritto federale”. Il porporato, come aveva
già fatto in passato, è tornato a osservare che queste leggi regionali sono il frutto
del non volere affrontare la riforma migratoria globalmente e con urgenza. “Così -
ha aggiunto il porporato - vedremo proporre misure tampone che alla fine impediscono
di affrontare nel suo insieme la politica migratoria”. Nello Stato dell'Arizona si
stima che gli immigrati senza permessi legali per risiedere e lavorare siano fra i
450 e i 500 mila, quasi il 10% della popolazione totale. Fra questi, i gruppi nazionali
più numerosi sono messicani, ecuadoriani e salvadoregni.