Algeria. Mons. Rault: il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione un invito
ai cristiani ad una testimonianza più vera
Un appello per i cristiani a vivere più seriamente il messaggio del Vangelo: così
deve essere visto, per mons. Claude Rault, vescovo della diocesi algerina di Laghouat-Ghardaïa,
il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione la cui istituzione è stata annunciata
dal Papa nella festività dei santi Pietro e Paolo. Il nuovo Pontificio Consiglio,
come ha detto Benedetto XVI, avrà il compito di promuovere una evangelizzazione rinnovata
nei Paesi in cui è già giunto il primo annuncio di fede e in cui sono presenti Chiese
di antica fondazione ma che vivono una secolarizzazione progressiva della società
e una sorta di “eclissi del senso di Dio” che costituisce una sfida a cercare mezzi
adeguati per proporre nuovamente la verità eterna del Vangelo di Cristo. “Siamo chiamati
a far risplendere il Vangelo attraverso una vita coerente con il messaggio di Gesù,
e ciò a tutti i livelli – scrive il presule nelle pagine del mensile della sua diocesi
considerando l’impegno che i cristiani devono assumersi, stimolati dal nuovo organismo
della Chiesa cattolica –. Sappiamo di certe tentazioni all’interno della Chiesa che
spingono verso una visibilità esteriore ed una migliore performance statistica che
non possono non ripiegarsi che su essa stessa. Ma è il nostro amore per questo mondo
alla ricerca di un senso, e che non è vuoto di valori, che ci spinge verso Lui”. Mons.
Rault sottolinea poi che se l’espressione “nuova evangelizzazione” nelle nostre società
– siano esse musulmane o post-cristiane – è troppo spesso assimilata ad una sorta
di proselitismo forzato ed indiscreto, in realtà occorre legarla alla testimonianza.
“Il nostro mondo ha più bisogno di testimoni piuttosto che predicatori” osserva il
vescovo di Laghouat-Ghardaïa che esorta ad assimilare ogni giorno il messaggio di
Cristo e a testimoniare la fede e l’amore di Dio per ogni essere umano. “Sono imperativi
che ci giungono da Gesù stesso – spiega il presule – non possiamo rinunciarvi senza
tradirlo”. (T.C.)