2010-07-28 15:26:28

Kirghizistan: Acnur e Unicef in prima linea per far fronte all’emergenza umanitaria


È emergenza umanitaria in Kighizistan: l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) e l’Unicef lanciano l’allarme per richiamare l’attenzione del mondo sulla situazione. L’Acnur, in particolare, chiede alla comunità internazionale 23 milioni di dollari da stanziare come fondi urgenti per costruire rifugi d’emergenza per tutti coloro che hanno perduto la casa, prima che arrivi l’inverno, che in questa regione è molto rigido e fa arrivare le temperature anche a 25 sotto zero. La costruzione di rifugi d’emergenza, però, non sostituirà in alcun modo la prevista operazione di ristrutturazione e ricostruzione degli alloggi. Nell’area gli sfollati interni ammontano a circa 75mila e vengono quotidianamente assistiti dall’Acnur a Osh e Jalalabad. I nuovi fondi, inoltre, permetterebbero l’estensione sino alla fine dell’anno delle operazioni di tutela, assistenza legale e umanitaria della popolazione, nonché il ripristino di importanti documenti di identità, dello stato civile e dei documenti di proprietà, oltre alla consulenza legale. L’Acnur ha poi istituito team mobili per visitare le famiglie colpite e far fronte alla difficoltà di accesso di queste ai servizi sanitari di base, ma anche alla diffusa mancanza di energia elettrica e alla complicata questione della gestione dei rifiuti. L’Unicef, da parte sua, denuncia le precarie condizioni in cui versano circa 400mila bambini che rischiano di non poter tornare a scuola a settembre perché molte strutture sono state distrutte. Tramite un ponte aereo l’agenzia Onu, che finora ha ottenuto il 40 per cento dei fondi richiesti, circa 9 milioni di euro, ha distribuito nell’area 200 tonnellate di aiuti, garantito acqua potabile e servizi igienici, nonché beni di prima necessità. Inoltre ha installato diversi “spazi a misura di bambino” in cui i più piccoli possono ricevere assistenza medica e psicologica e in cui si lavora a livello educativo per ripristinare la fiducia tra le comunità kirghiza e uzbeka. (R.B.)







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