Indonesia: in aumento gli attacchi contro i cristiani
I primi sette mesi del 2010 sono stati segnati in Indonesia da un triste record, quello
del più alto numero di attacchi contro i cristiani. E’ quanto emerge dal rapporto
stilato dal ‘Setara Institute for Peace and Democracy’. Da gennaio a luglio gli attacchi
contro comunità cristiane sono stati almeno 28. Nel 2009 invece erano stati 18. Su
questi dati si sofferma mons. Yohanes Subagyo, vicario generale dell’arcidiocesi
di Jakarta, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – Si devono
vedere bene gli aspetti di ogni caso. Penso che il problema non si possa semplificare,
non è un problema soltanto religioso, ma soprattutto si tratta della conoscenza tra
i fedeli perché se non ci conosciamo bene gli uni gli altri, non possiamo vivere come
fratelli e sorelle. Io vedo che la via di uscita, la speranza, è che vediamo più la
luce che il buio del problema. Vedo più lo spirito di fratellanza. Vedo più risurrezione
che il peso della croce.
D. - Dunque, la luce del Vangelo prevale sempre
sull’oscurità anche quando gli ostacoli sono apparentemente insormontabili...
R.
- Posso dire che nella nostra arcidiocesi, ad esempio, c’è stata qualche difficoltà
nell’edificare chiese. Noi non vogliamo risolvere il problema soltanto legalmente.
Impariamo che dobbiamo essere umili. I cattolici devono diventare una benedizione
per quelli che vivono intorno. Dunque la nostra presenza deve essere accettata nello
spirito di fratellanza.
D. – Fratellanza che alcune sette cristiane
non perseguono...
R. – Ci sono alcune sette cristiane che non vogliono
vivere in armonia, nello spirito di fratellanza. Queste sette aggravano il problema.
D. - La comunità cristiana, quella segnata da un autentico spirito
di comunione, dà un contributo significativo per l’intero Paese...
R.
– Noi cerchiamo di essere una minoranza creativa, come luci che fanno parte di tutto
il Paese. Dobbiamo diventare parte di questa gente.
D. – I cristiani
in Indonesia sono una minoranza che talvolta diventa bersaglio degli estremisti islamici...
R.
- Dobbiamo essere loro fratelli: penso che alcuni diventano estremisti perché non
conoscono bene la nostra fede. Ma quando ci possiamo conoscere gli uni gli altri personalmente,
il problema si può risolvere.