Il commento dei vescovi filippini al primo discorso del presidente Aquino sullo
stato del Paese
I vescovi filippini giudicano il primo discorso sullo stato del Paese pronunciato
dal presidente Aquino “realistico”, ma ancora carente su questioni calde quali libertà
d’informazione, la riforma agraria, l’occupazione, l’ambiente e il controllo delle
nascite. Nel suo discorso pronunciato ieri davanti al Congresso, riferisce AsiaNews,
Beniño Aquino ha imputato l’attuale crisi del Paese al suo predecessore Gloria Arroyo,
accusata di aver creato tra il 2009 e il 2010 un buco finanziario superiore ai tre
miliardi di euro. Annunciando il varo di una speciale Commissione contro la corruzione
e di una campagna per fermare i crimini sommari, il presidente si è detto pronto a
traghettare il Paese verso il cambiamento. Egli ha invitato il popolo filippino ad
avere fiducia in Dio, assicurando che il suo governo non cadrà negli stessi errori
delle passate amministrazioni. Aquino ha inoltre elencato tra le sue priorità la conclusione
del processo di pace con i ribelli islamici nel Mindanao, la riforma del sistema sanitario
e, soprattutto, di voler mantenere stabile la pressione fiscale. Mons. Oscar Cruz,
arcivescovo emerito di Lingayen-Dagupan, afferma: “Mi è sembrato un discorso prudente
e realistico, basato sui valori di verità, giustizia e pace”. Il presule concorda
con il presidente sulla drammatica situazione economica del Paese, da anni oggetto
delle critiche e degli sforzi della Chiesa. Dello stesso parere anche mons. Martin
Jumoad, vescovo di Isabela, nel Mindanao, una delle aree più povere del Paese. Il
prelato applaude la decisione del governo di portare la copertura sanitaria a carico
dello Stato e spera che il nuovo presidente possa concludere il processo di pace a
Mindanao. Critico, invece, mons. Jose Colin Bagaforo, vescovo ausiliare di Cotabato,
che invita Aquino a rivelare la sua futura posizione rispetto alla discussa legge
sulla salute riproduttiva. In passato il neopresidente ha appoggiato la discussa legge
che prevede il controllo delle nascite e la libera distribuzione di contraccettivi
in scuole pubbliche e private, da sempre ostacolata dalla Chiesa e dall’amministrazione
Arroyo. Mons. Broderick Pabillo, vescovo ausiliare di Manila e responsabile dell’Azione
sociale della Chiesa per la Conferenza episcopale filippina, spera che le affermazioni
fatte da Aquino rappresentino solo l'inizio del cambiamento e possano offrire alla
popolazione il reale quadro del Paese. Il presule sottolinea che prima delle elezioni
Aquino ha presentato una vasta gamma di argomenti ed ha vinto senza presentare programmi
concreti. Secondo mons. Pabillo, sono molte le questioni rimaste fuori dal discorso
del presidente. Tra tutte, la legge sulla libertà d’informazione, la riforma agraria,
la creazione di nuovi posti di lavoro e il disegno di legge sulla salute riproduttiva.
(L.Z.)