Tanzania: la Chiesa smentisce sue presunte manovre politiche per condizionare le elezioni
“Un tentativo deliberato di alcuni media di macchiare la buona immagine della Chiesa
che da anni si batte per elezioni libere e giuste”. Con queste parole mons. Jude Thaddeus
Ruwaichi, presidente della Conferenza episcopale della Tanzania ha respinto le insinuazioni
di un quotidiano locale su presunte manovre politiche della Chiesa per condizionare
le elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 31 ottobre. Il riferimento è
alla candidatura di Willibrod Slaa nel partito “Chama cha Demokrasia na Maendeleo”
(Chadema). Secondo il giornale, Slaa sarebbe il candidato scelto dalla Chiesa “per
equilibrare i voti tra cristiani e musulmani”. Secca la smentita di mons. Ruwaichi
che in una conferenza stampa a Dar es Salaam ha parlato di una “maldicenza infondata
e irriverente verso la Chiesa”, annunciando un’azione legale contro il quotidiano
e invitando gli altri media a prendere le distanze da questo modo scorretto di fare
informazione. Il presule, accompagnato da padre Edgar Mbegu, vice-segretario generale
della Tec, dall’addetto stampa dei vescovi padre Arbogast Mushi e da padre Anatory
Salawa, coordinatore dei programmi religiosi della Tec, ha quindi puntualizzato che
l’episcopato non ha un proprio candidato e che non ha alcuna intenzione di condurre
una campagna elettorale: “Vogliamo mettere in chiaro che la Chiesa non è tenuta a
partecipare alla nomina di aspiranti politici e che tuttavia essa continuerà a predicare
la pace, l’amore la giustizia , la riconciliazione e la solidarietà e coopererà con
tutti i contendenti per assicurare un voto libero e giusto”, ha detto. In vista della
tornata elettorale i vescovi tanzaniani hanno diffuso recentemente una dichiarazione
invitando i connazionali a vagliare attentamente i candidati e a controllare il corretto
svolgimento del voto. Nel documento i presuli esortano altresì i media e altri leader
religiosi “ad essere la voce dei senza voce”, a non alimentare la confusione della
gente per indurli a scelte sbagliate, garantendo così la pace nel Paese. (L.Z.)