2010-07-27 14:11:28

Lord Patten alla Radio Vaticana: dal viaggio del Papa nel Regno Unito un beneficio per tutta la società, non solo per i credenti


In Scozia e Inghilterra, fervono i preparativi per il viaggio apostolico di Benedetto XVI, in programma dal 16 al 19 settembre prossimo. Si tratta della prima visita di Stato di un Papa nel Regno Unito, giacché il viaggio di Giovanni Paolo II del 1982 aveva avuto una dimensione esclusivamente pastorale. Il 16 settembre, a caratterizzare la rilevanza di questa visita, Benedetto XVI sarà ricevuto dalla Regina Elisabetta nel Palazzo di Holyrood House ad Edimburgo. Sullo stato dell’organizzazione e le attese per questo evento, Philippa Hitchen ha intervistato l’incaricato del primo ministro britannico per il viaggio papale, Lord Christopher Patten, in visita alla Radio Vaticana:RealAudioMP3

R. – I’m absolutely confident that all the arrangements put in place by local…
Sono assolutamente certo che tutti i preparativi avviati dal governo, dai governi locali, dalle Conferenze episcopali di Scozia e Inghilterra faranno della visita del Papa un successo incredibile.

D. – Quale è, secondo lei, la sfida maggiore per le settimane a venire?

R. – People that perhaps underestimated the complexity involved in fitting together…
Il fatto che la gente forse ha sottovalutato la complessità insita nel far combaciare gli aspetti tipici di una visita di Stato e quelli relativi ad una visita pastorale. Il presidente Obama stesso non si può permettere di uscire ed incontrare così, semplicemente, centomila persone in un incontro all’aperto. Forse sono state un po’ sottovalutate le difficoltà nel mettere insieme tutto questo. Ma ora siamo a buon punto; mi sembra che il programma di massima sia veramente interessante. Esso farà in modo – almeno lo spero – che non solo la comunità cattolica, la comunità dei credenti, sia in grado di rapportarsi molto da vicino con il Papa nel corso di avvenimenti di tipo pastorale, ma penso che fornisca anche l’occasione di dimostrare che il governo di un Paese a larga maggioranza non cattolica abbia un’agenda incredibilmente vasta di possibilità di collaborazione con la Chiesa cattolica: l’equità globale, cambiamenti climatici, la sostenibilità con l’ambiente… Nel momento in cui andiamo a spiegare l’importanza di questo evento, potremmo stupire quelli che inizialmente sono stati critici nei riguardi di questa visita.

D. – In effetti, ci sono state delle critiche contro questa visita. Ciò rappresenta una preoccupazione seria per lei?

R. – No. We live in a free society; I think it’s recognized that if people want to protest…
No. Viviamo in una società libera. Mi sembra che sia riconosciuto che se la gente vuole protestare pacificamente, essa abbia ogni diritto di farlo. Penso che rappresentino una piccola minoranza della comunità. Quello che invece ci preoccupa molto è garantire non soltanto la sicurezza del Santo Padre, ma anche che gli avvenimenti pastorali non siano guastati, perché penso che questo arrecherebbe una grave offesa.

D. – Alcune delle critiche riguardano i costi, in costante aumento, di questa visita papale…

R. – The costs for the tax-payers being in the range of 10-12 million, but when you …
Il costo della visita che ricade sui contribuenti è pari a 10-12 milioni; ma se consideriamo che l’anno scorso abbiamo ospitato un vertice del G20, durato un solo giorno e costato tra 19 e 20 milioni, penso che questo dovrebbe far riflettere sul fatto che tutto deve essere mantenuto nel quadro del proprio contesto…

D. – Recentemente, lei ha detto che la Gran Bretagna è il Paese più secolarizzato che il Papa abbia visitato…

R. – I’m talking about issues like church attendance and the extent to which I think …
Mi riferisco ad aspetti come la frequenza della partecipazione alla Messa e la misura in cui – così mi sembra – il desiderio di visibilità insieme all’agnosticismo e all’ateismo intellettuale hanno acquistato ampio spazio nell’agenda pubblica e dei media. C’è una frase in un libro molto bello di Julian Barnes sulla morte (“Nothing to be Afraid of”). Barnes inizia proprio il libro con questa frase, in cui dice al fratello: “Non credo in Dio, ma mi manca!”. Credo che sia proprio questo il senso in cui molta gente, oggi, vive nel nostro Paese.

D. – Lei ha parlato anche di intolleranza nei riguardi del credo religioso: è rivolta in particolare alla Chiesa cattolica, secondo lei?

R. – I think it’s particularly directed to the Catholic Church because of the Catholic …
Credo sia rivolta in particolare alla Chiesa cattolica, proprio a causa dell’importanza preminente della Chiesa cattolica, della sua longevità e della sicurezza con cui essa asserisce alcune verità fondamentali. Ma questo non mi preoccupa eccessivamente. Penso che dobbiamo essere coerenti e, quando facciamo certe affermazioni, riconoscere che spesso siamo stati intolleranti a nostra volta in passato.

D. – In questo contesto, quanto potrà essere difficile far giungere il messaggio del Papa alla gente?

R. – I think it should be easier to get across, that many of the issues that are raised …
Penso che dovrebbe essere più facile farlo passare, in considerazione dai molti temi affrontati dalla Chiesa, soprattutto considerando l’interesse delle generazioni più giovani per gli aspetti della giustizia sociale a livello globale: probabilmente, non si sa che il 25% dell’istruzione scolastica nell’Africa subsahariana è fornita dalla Chiesa, o che il 25% dell’assistenza sanitaria nell’Africa subsahariana è a carico della Chiesa e da gruppi legati alla Chiesa… Questi messaggi passeranno chiaramente, proprio grazie alla presenza del Santo Padre nel Regno Unito ed ai tanti importanti incontri che avrà. Non sono per niente pessimista, in questo senso.







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