2010-07-27 15:05:30

La rettifica degli esperti d'arte: la tela nella Chiesa del Gesù non è del Caravaggio ma di un seguace


Il "Martirio di San Lorenzo", la tela da poco restaurata nella chiesa del Gesù a Roma, "non è di Caravaggio". Dopo la smentita sull’Osservatore Romano del direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, anche altri esperti, convocati questa mattina a Roma dalla soprintendente al polo museale, Rossella Vodret, concordano nel ritenere il quadro opera non di Michelangelo Merisi, ma piuttosto di un seguace, un cosiddetto "caravaggesco", con tutta probabilità meridionale, forse dell'area tra la Sicilia e Malta. A seguire l’incontro nella chiesa del Gesù c’era per noi Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Proviene da una casa della Compagnia di Gesù, il quadro al centro dell’attenzione mediatica negli ultimi giorni perché erroneamente attribuito a Caravaggio. Soggetto della tela ad olio, restaurata e ripulita dai segni del tempo, un’inedita raffigurazione del martirio di San Lorenzo segnata dai contrasti cromatici che ricordano lo stile del maestro lombardo: il martire è prono sulla graticola rovente col viso chino; tre i carnefici, uno dei quali si tura il naso con la mano destra. La luce irrompe dall’alto a sinistra dell’astante. Gli esperti convocati oggi nella chiesa del Gesù concordano: la firma non è quella di Michelangelo Merisi. Mina Gregori è fra le maggiori studiose a livello internazionale di Caravaggio:

R. - Non è di Caravaggio, perché io non trovo quelle caratteristiche specifiche di Caravaggio che esprime nei tipi: perché anche lui, per quanto realista, i suoi tipi ce li aveva. Invece, ci sono elementi che corrispondono: la luce, il modo realistico, la violenza dell’azione. Queste cose sono di ispirazione certamente caravaggesca, però Caravaggio chiuderebbe in modo più composto, perché in fondo faceva sempre delle cose anche violente ma eleganti, quasi ancora cinquecentesche. Questo, invece, è un pittore probabilmente già più seicentesco.

D. – L’impostazione, la posizione del Santo, del martire, è una novità?

R. – Sì, però non mi sorprende troppo. Adesso devo guardare, francamente. Sì, perché di solito i Santi guardano in alto, però potrebbe esserci qualche altro esempio.

D. - Forse quest’opera ha avuto la sfortuna di essere attribuita a Caravaggio troppo frettolosamente e adesso rischia di essere svalutata: ma un valore ce l’ha?

R. – Io dico che l’ha un valore, anche perché è di grande interesse vedere come Caravaggio veniva interpretato da tante personalità che hanno girato intorno a lui nelle varie tappe che lui ha fatto perché non c’è solo Roma, poi c’è Napoli, c’è la Sicilia. E’ ancora tutto un mondo che noi dobbiamo, in parte, scoprire.

L’opera esposta per la sola giornata di oggi in una cappella laterale della chiesa romana, sarà sottoposta ai necessari studi allo scopo di formulare un’attribuzione più precisa, quindi si penserà ad un luogo in cui renderla fruibile ai visitatori. Padre Daniele Libanori, rettore del Gesù:

“Stiamo cercando di preparare un piccolo museo della chiesa. Magari potrebbe essere quello il suo posto. Tra l’altro, deve essere ancora verificata quale sia l’importanza di questa tela nel contesto dei caravaggeschi. Lasciamo che siano gli esperti a parlare”.

Le indagini diagnostiche – fa sapere Rossella Vodret – partiranno a settembre.







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