L’Eliseo ha confermato la morte dell’ostaggio francese rapito in Niger ad aprile,
all’indomani dell’annuncio della sua esecuzione da parte del gruppo islamico Al Qaeda
per il Maghreb. L’annuncio di Parigi è arrivato al termine della riunione del Consiglio
di difesa e sicurezza convocato dal presidente, Nicolas Sarkozy, in cui si è decisa
anche la partenza questa sera del ministro degli Esteri, Kouchner, per il Mali, il
Niger e la Mauritania per garantire protezione ai cittadini francesi. Il servizio
è di Gabriella Ceraso:
Un atto barbaro
che ha fatto una vittima innocente, ma che non resterà impunito. Sono le prime parole
del presidente francese Sarkozy nel corso di un intervento televisivo, a conferma,
dopo ore di attesa, che l’esecuzione del settantottenne, Michel Germaneau, ex ingegnere
minerario, è accaduta veramente. Lo ribadiscono stamani anche altre fonti autorevoli
dal Mali: gli autori sarebbero gli stessi che hanno giustiziato, l’anno scorso, il
britannico Edwin Dyer. Il 19 aprile, Germaneau era stato rapito nel deserto del nordovest
del Niger, durante una missione umanitaria cui si dedicava dopo la pensione. All'emittente
satellitare Al Jazeera, ieri, la prima rivendicazione da parte del capo di Al Qaeda
per il Maghreb islamico, la cellula più oltranzista del gruppo terroristico, che aveva
dettato le sue condizioni a maggio. L’esecuzione sarebbe stata una vendetta per la
morte di sette mujaheddin nel raid congiunto dei giorni scorsi tra Francia e Mauritania,
proprio nel tentativo di salvare l’ostaggio. Un raid-condanna a morte per l’anziano
Germaneau, ma che si doveva fare, conferma tutt’oggi Sarkozy. “Avevamo il dovere di
tentare di salvarlo”, dice. “Non c'era il minimo dialogo con i terroristi e il luogo
colpito sarebbe potuto essere quello di detenzione”.