Myanmar: fioriscono le vocazioni sacerdotali, in calo quelle religiose
La Chiesa in Myanmar è soddisfatta della situazione delle vocazioni sacerdotali, mentre
ha bisogno di più vocazioni religiose. Quelle alla vita consacrata non hanno, infatti,
conosciuto la fioritura registrata in questi ultimi anni da quelle al sacerdozio.
Uno dei motivi – spiega all’agenzia Ucan padre Cyprian Aung Win, vice-rettore del
Seminario maggiore di San Giuseppe di Yangon - è che molti religiosi hanno perso il
ruolo e quindi anche lo status che avevano in passato. È il caso dei Fratelli delle
Scuole Cristiane o Lasalliani: dopo la nazionalizzazione delle scuole cattoliche,
nel 1962, il loro numero è diminuito nel Paese, racconta il Superiore Provinciale
dei Lasalliani fratel Lawrence. Dovendo scegliere tra sacerdozio e vita consacrata,
i giovani infatti preferiscono la prima: “Molta gente pensa che diventare sacerdote
offra maggiori garanzie a un giovane”, conferma fratel Mg Mg Tin, Superiore generale
dei Piccoli Fratelli di San Francesco Saverio, che sottolinea il ruolo centrale della
famiglia per promuovere le vocazioni tra i giovani. Attualmente sono 150 i religiosi
che svolgono il loro apostolato nel Paese, mentre al seminario di San Giuseppe sono
iscritti 170 aspiranti sacerdoti. (L.Z.)