Maree nere: si moltiplicano i disastri petroliferi nel mondo
Tra due settimane la Bp cercherà di chiudere definitivamente la falla della piattaforma
petrolifera del Golfo del Messico causa della marea nera, mentre la compagnia britannica
annuncia altre 5 nuove perforazioni al largo della Libia, a soli 500 km dalla Sicilia.
Intanto, un nuovo disastro ecologico in Cina, dopo le esplosioni di due oleodotti.
Cautela dalle autorità cinesi, secondo cui l'operazione di pulizia sarà completata
entro la settimana. Colpita dai disastri ambientali di questo tipo anche l'Africa.
Linda Giannattasio:
Fuoriuscite
di greggio, disastri ecologici senza precedenti. Dopo infruttuosi tentativi di salvataggio
del Golfo del Messico tra due settimane una nuova operazione proverà a chiudere la
falla. Intanto un nuovo disastro ecologico in Cina, dove 1.500 tonnellate di greggio
si sono riversate nel Mar Giallo. Quali sono le responsabilità sul fronte delle operazioni
di sicurezza messe in atto in queste strutture? Giovanni Mastino,
della direzione nazionale dell’associazione ambientalista Amici della terra:
R.
– Il problema è che le società petrolifere, in questo periodo, si trovano in una situazione
abbastanza complessa, perché le risorse più facilmente estraibili sono in declino
e devono andare a prendere il petrolio e trasportarlo in condizioni ambientali complesse
e difficili, prima impensabili. Queste perforazioni in mare aperto avvengono su fondali
che stanno ad una profondità di 1300, 1500, 2000 metri, e poi sotto il fondale altri
1000-1500 metri. Sono quindi condizioni abbastanza complesse, dove le misure di sicurezza
dovrebbero essere molto più stringenti, dovrebbero prevenire incidenti del genere
o perlomeno, anche quando c’è un incidente, prevenire le fuoriuscite.
D.
- Però queste misure esistono...
R. – Spesso capita che queste misure
vengano trascurate per velocizzare il lavoro e portare subito la produzione alla resa
economica. Nel campo petrolifero – come in quasi tutti i campi produttivi – il tempo
è denaro, il denaro comanda e quindi la sicurezza passa in secondo piano.
Il
disastro cinese, intanto, appare sventato, almeno secondo le autorità cinesi. Ancora
Mastino:
“Occorre dire che il contesto tecnologico cinese, dal punto
di vista della sicurezza, è molto più lassista del mondo occidentale. L’incidente
è stato molto grave, tant’è vero il fatto che loro, dopo pochi giorni, dicevano che
tutto sarebbe tornato come prima”.
Non va dimenticato che ci sono zone
del mondo, come l’Africa, dove questo tipo di disastri ambientali sono continui, all’ordine
del giorno. Ancora il dott. Mastino:
“In Africa, in Nigeria, nel Golfo
del Niger, dove c’è un’area petrolifera che va dall’entroterra fino al mare profondo,
ci sono sversamenti petroliferi continui, sia di petrolio in terra ferma, sia di petrolio
in mare, sia di gas. Il Delta del Niger è in una condizione di degrado pazzesca, però
non ne parla nessuno.