2010-07-26 14:50:14

Il Consiglio Mondiale delle Chiese chiede di abrogare la legge sulla blasfemia in Pakistan


Il Consiglio Mondiale delle Chiese ha inviato una lettera aperta al presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari, e al primo ministro Syed Yousaf Raza Gilani, dopo il duplice omicidio di due fratelli cristiani, arrestati con l’accusa di blasfemia e uccisi lo scorso 19 luglio da estremisti islamici. L’organismo ecumenico sottolinea in una nota, ripresa dall’agenzia Fides, che è urgente “abrogare la legge sulla blasfemia”, la maggiore “fonte di persecuzione delle minoranze religiose in Pakistan”. Nel Paese asiatico tale norma, che prevede l’ergastolo per chi offende il Corano e la pena di morte in caso di offesa a Maometto, secondo diversi osservatori “viene spesso strumentalizzata da gruppi fondamentalisti per commettere violenze contro minoranze religiose”. “La legge sulla blasfemia – sottolinea il Consiglio Mondiale delle Chiese – è distruttiva dell’armonia e del benessere della gente che vive insieme in una società contraddistinta dal pluralismo religioso. L’abuso della norma – si sottolinea inoltre nella nota – ha prodotto violenza fisica e psicologica, fino alla perdita della vita di persone innocenti”. Si tratta di una violazione dei diritti fondamentali garantiti dall’articolo 36 della Costituzione del Pakistan che riconosce i “diritti legittimi e gli interessi delle minoranze”. Per questo, si chiedono “urgenti misure” per l’abrogazione in Pakistan della legge sulla blasfemia e “per la tutela dei diritti e della dignità di tutti gli individui nella società pakistana”. Il Consiglio Mondiale delle Chiese ha sede a Ginevra e riunisce oltre 349 Chiese cristiane di tutte le confessioni, in rappresentanza di 560 milioni di cristiani in 110 Paesi del mondo. (A.L.)







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