Coree: l’impegno della Chiesa sulla via della riconciliazione
Nonostante la situazione di tensione tra la Corea del Sud e la Corea del Nord, i fedeli
non perdono la speranza nella riconciliazione. Si è fatto portavoce di questa posizione
mons. Francis Xavier Ahn Myong-ok, vescovo di Masan e presidente di Caritas Corea.
Il presule, che ha ribadito all'agenzia Fides la propria fiducia nella possibilità
di ricucire i rapporti, ha sottolineato che “con un po’ di lungimiranza” si potrà
comprendere che questa situazione “è solo un problema temporaneo”. “Possiamo e dobbiamo
coltivare le speranze di riconciliazione”, ha dichiarato mons. Francis Xavier Ahn
Myong-ok aggiungendo che “la speranza non è più piccola oggi rispetto al passato”.
La Chiesa cattolica prega perché la situazione possa migliorare “al più presto”. “La
nostra speranza di riconciliazione si basa sulla certezza che quanto sembra impossibile
all’uomo non è impossibile a Dio”. Perché si possa davvero realizzare un cammino di
riconciliazione, il vescovo di Masan ha sottolineato in primo luogo la necessità di
“ricostruire la fiducia reciproca fra Nord e Sud”. “Attraverso una rinnovata fiducia,
dovremmo far crescere la volontà di una reciproca simbiosi e di una coesistenza pacifica”.
In questo quadro, l’aiuto umanitario “dovrebbe avere la priorità, come dimostrazione
di amore verso i nostri vicini”. “Non è solo un atto di carità dei ricchi verso i
poveri ma il frutto di uno spirito di sincera benevolenza, che nasce dal riconoscere
la reciproca dignità”. Come passo successivo, mons. Francis Xavier Ahn Myong-ok si
è detto convinto che “Nord e Sud possano cooperare per la pace nella penisola coreana
e per lo sviluppo dell’economia e della società nordocoreana”, obiettivo per il cui
conseguimento “servono una costante comunicazione e una mutua comprensione. Siamo
tutti consapevoli che, per costruire una coesistenza pacifica, occorre colmare gradualmente
il divario esistente, a tutti i livelli, fra Nord e Sud”. Una volta raggiunti questi
scopi, “si potrà prendere in considerazione, insieme, il compito della riunificazione,
che deve essere basata sulla pace e non essere, certo, una riunificazione unilaterale”,
ma “frutto di un piano a largo raggio, che prevede la partecipazione attiva di tutto
il popolo coreano, dunque basato su una preparazione concreta e sistematica”. (A.L.)