2010-07-25 09:06:27

Un'iniziativa editoriale-musicale lega il compositore Haendel e il filosofo Pascal


E’ appena uscito nelle librerie, nell’ambito di un interessante progetto editoriale di “Classica”, il canale televisivo interamente dedicato alla musica classica su Sky, Messiah, un elegante cofanetto che propone il dvd del capolavoro di Haendel diretto da Jean-Christophe Spinosi e, in un provocatorio allestimento tedesco, corredato da uno degli scritti meno noti di Blaise Pascal, “Il compendio della vita di Gesù Cristo”: una doppia esperienza artistica e letteraria per approfondire il mistero della vita e della morte del Salvatore. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Il Vangelo secondo Blaise Pascal e la storia salvifica di Gesù nelle note di Georg Frederich Haendel: leggere e ascoltare, due attività dell’intelletto insieme per un inconsueto approfondimento del mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, così come il noto filosofo lo affronta in un’opera ancora poco conosciuta e datata 1655, “Il compendio della vita di Gesù Cristo” e il compositore alla corte inglese lo dispiega, con assoluta fedeltà ai testi biblici, creando nel 1741 uno dei capolavori assoluti della musica, il "Messiah". Proprio l’umanità di Cristo e la sua divinità sono al centro di questa doppia, interessante, originalissima lettura audio-visiva. Pascal segue fedelmente la cronologia della vita di Gesù scandendola dettagliatamente in sequenze numeriche con un intento per lo più didattico, mentre Haendel è sormontato dal mistero che emerge dalla storia d’Israele e s’incarna nella figura del Figlio di Davide il quale, assecondando il disegno del Padre, si lascia crocifiggere per redimere l’umanità. La lettura di Pascal solo all’apparenza è scientifica e monotona, mentre l’allestimento del regista tedesco Claus Guth dell’oratorio handeliano è particolarmente provocatorio. Don Luigi Garbini, autore anche di un approfondito saggio sulla musica sacra, presenta questo allestimento scenico del "Messiah". A lui chiediamo come, nella sua modernità scarna e conturbante e nell’apparente totale spoliazione del sacro, riesce pur tuttavia a parlare al cuore dello spettatore:

R. - Sembra che ci si allontani dallo spirito di Haendel e quindi dallo spirito di quest’opera, ma in realtà l’ascoltatore ha l’ausilio delle immagini e soprattutto questa introspezione dentro il testo, oltre che nella musica, avvicina molto ad una idea quasi contemporanea. In realtà diventa ancora più biblica, perché attua in profondità i sentimenti che ci sono nei testi stessi e, quindi, è come se fosse una ulteriore esegesi - diciamo - al testo biblico.

D. – Non vediamo raccontata la storia di Gesù, ma di uomini che nell’amare, soffrire, morire e pregare ne riflettono il Mistero e la speranza, con atteggiamenti però e situazioni che potrebbero apparire quasi dissacranti...

R. - C’è il limite certamente di appiattire o di ridurre ad un unico sentimento, mentre la musica non ha una unica identificazione ad una immagine. La musica, in realtà, è molto più ricca. Questo impianto permette di entrare in più profondità in alcuni testi, in alcuni momenti. Non è, quindi, assolutamente dissacrante. Anzi, direi che in fondo entra nei meandri più profondi ed anche inesplorati proprio della spiritualità.







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