Un'iniziativa editoriale-musicale lega il compositore Haendel e il filosofo Pascal
E’ appena uscito nelle librerie, nell’ambito di un interessante progetto editoriale
di “Classica”, il canale televisivo interamente dedicato alla musica classica su Sky,
Messiah, un elegante cofanetto che propone il dvd del capolavoro di Haendel
diretto da Jean-Christophe Spinosi e, in un provocatorio allestimento tedesco, corredato
da uno degli scritti meno noti di Blaise Pascal, “Il compendio della vita di Gesù
Cristo”: una doppia esperienza artistica e letteraria per approfondire il mistero
della vita e della morte del Salvatore. Il servizio di Luca Pellegrini:
Il Vangelo
secondo Blaise Pascal e la storia salvifica di Gesù nelle note di Georg Frederich
Haendel: leggere e ascoltare, due attività dell’intelletto insieme per un inconsueto
approfondimento del mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, così come il noto filosofo
lo affronta in un’opera ancora poco conosciuta e datata 1655, “Il compendio della
vita di Gesù Cristo” e il compositore alla corte inglese lo dispiega, con assoluta
fedeltà ai testi biblici, creando nel 1741 uno dei capolavori assoluti della musica,
il "Messiah". Proprio l’umanità di Cristo e la sua divinità sono al centro di questa
doppia, interessante, originalissima lettura audio-visiva. Pascal segue fedelmente
la cronologia della vita di Gesù scandendola dettagliatamente in sequenze numeriche
con un intento per lo più didattico, mentre Haendel è sormontato dal mistero che emerge
dalla storia d’Israele e s’incarna nella figura del Figlio di Davide il quale, assecondando
il disegno del Padre, si lascia crocifiggere per redimere l’umanità. La lettura di
Pascal solo all’apparenza è scientifica e monotona, mentre l’allestimento del regista
tedesco Claus Guth dell’oratorio handeliano è particolarmente provocatorio. Don
Luigi Garbini, autore anche di un approfondito saggio sulla musica sacra,
presenta questo allestimento scenico del "Messiah". A lui chiediamo come, nella sua
modernità scarna e conturbante e nell’apparente totale spoliazione del sacro, riesce
pur tuttavia a parlare al cuore dello spettatore:
R. - Sembra che ci
si allontani dallo spirito di Haendel e quindi dallo spirito di quest’opera, ma in
realtà l’ascoltatore ha l’ausilio delle immagini e soprattutto questa introspezione
dentro il testo, oltre che nella musica, avvicina molto ad una idea quasi contemporanea.
In realtà diventa ancora più biblica, perché attua in profondità i sentimenti che
ci sono nei testi stessi e, quindi, è come se fosse una ulteriore esegesi - diciamo
- al testo biblico.
D. – Non vediamo raccontata la storia di Gesù, ma
di uomini che nell’amare, soffrire, morire e pregare ne riflettono il Mistero e la
speranza, con atteggiamenti però e situazioni che potrebbero apparire quasi dissacranti...
R.
- C’è il limite certamente di appiattire o di ridurre ad un unico sentimento, mentre
la musica non ha una unica identificazione ad una immagine. La musica, in realtà,
è molto più ricca. Questo impianto permette di entrare in più profondità in alcuni
testi, in alcuni momenti. Non è, quindi, assolutamente dissacrante. Anzi, direi che
in fondo entra nei meandri più profondi ed anche inesplorati proprio della spiritualità.