2010-07-25 09:23:42

Nel quartiere romano di Trastevere, la tradizionale processione della “Madonna fiumarola”


“Madonna fiumarola” o “Madonna de noantri”: così, i romani chiamano, affettuosamente, la Vergine del Carmine di Trastevere. Si tratta di una grande statua in legno raffigurante Maria e ripescata dalle acque del Tevere nel 1535. Questa sera, alle 19.00, l’icona della Vergine verrà portata in processione sul fiume da Trastevere a Ponte Garibaldi. Domattina alle 6.30, una seconda processione – questa volta sulla terra ferma – la ricondurrà nella Chiesa di Sant’Agata dove è abitualmente custodita. Isabella Piro ne ha parlato con don Matteo Zuppi, parroco di Santa Maria in Trastevere e commissario dell’Arciconfraternita di Maria Santissima del Carmine in Trastevere:RealAudioMP3

R. – È un’immagine classica, non porta con sé il bambino. Poi vengono messi gli scapolari, come nella tradizione carmelitana. C'è una devozione particolarmente forte, nel rione, ma non solo: io vedo che vengono un po’ da tutta Roma durante l’Ottavario, a pregare nella piccola chiesa di Sant’Agata, con la “Madonna de noantri”, come è stata chiamata di recente. Poi, questi “noialtri”, in realtà, credo che siamo un po’ tutti noi e forse ci aiuta a ri-interrogarci su chi sono i “nostri”. E per il Signore e per Maria, i “nostri” sono principalmente quelli che hanno bisogno, quelli che stanno male e coloro che ascoltano e mettono in pratica il Vangelo d’amore che il Signore ci ha annunciato.

D. – Legata a questa Madonna c’è la Confraternita, appunto, della Madonna del Carmelo. Quale operato svolge la Confraternita?

R. – La Confraternita del Carmelo custodisce la devozione a Maria. Negli ultimi anni si è cercato di esprimere questo anche con alcune scelte di solidarietà. Faccio un esempio: subito dopo il terremoto dell’Aquila sono state organizzate alcune raccolte, perché la Confraternita diventi anche uno strumento pratico di vicinanza a coloro che sono più feriti dalla vita o che hanno maggiori difficoltà…

D. – Quali speranze, quali auspici i fedeli affidano alla “Madonna fiumarola”?

R. – Soprattutto, direi, nella sofferenza: la presenza di Maria suscita sempre una profondissima commozione perché manifesta la vicinanza del Signore nelle difficoltà. È sempre impressionante vedere la commozione, l’affidamento, il senso di protezione che suscita l’immagine mariana. Che poi, cosa vuol dire? Vuol dire la vicinanza della maternità della Chiesa nella nostra vita, e questo soprattutto nella sofferenza. Questo è importante e decisivo in una generazione come la nostra che tante volte vive nella solitudine, e quindi ancor più amaramente, l’incontro con il dolore.

D. – Per Lei, personalmente, cosa rappresenta questa “Madonna fiumarola”?

R. – La devozione di tanti, la fede di tanti che va nutrita con il Vangelo; questo senso di fiducia nell’amore del Signore che ascolta, capisce, è partecipe della mia vita.







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