2010-07-25 14:37:55

I vescovi del Sudan: il governo si adoperi per la pacifica convivenza tra le varie etnie


“Un messaggio di speranza e di esortazione alla concordia nazionale”, riferisce L’Osservatore Romano, è stato pubblicato al termine di una sessione plenaria straordinaria della Conferenza episcopale in Sudan, svoltasi a Juba. Le prime consultazioni elettorali multipartitiche si sono svolte, nel Paese africano, dopo un conflitto durato 20 anni e conclusosi nel gennaio del 2005, grazie ad un accordo di pace (Comprehensive Peace Agreement-Cpa) tra il governo centrale e l'Esercito popolare di liberazione del Sudan (Spla), che ha riconosciuto il governo autonomo del Sudan meridionale. Le elezioni dello scorso aprile hanno visto la riconferma al potere del presidente del Sudan, Omar el Bashir e del presidente del governo autonomo del Sud Sudan, Salva Kiir. Le attenzioni sono ora tutte rivolte al referendum previsto per il gennaio 2011, che consentirebbe alla regione autonoma del Sud Sudan di ottenere l'indipendenza. Si tratterebbe di un altro passaggio fondamentale verso la democratizzazione. Se il referendum si concludesse con esito contrario all'indipendenza, i vescovi hanno invitato "tutte le persone al potere a cambiare i loro cuori e a garantire un'unità che abbracci tutti, in una giusta, libera e aperta società, dove la dignità umana di ciascun cittadino sia salvaguardata e rispettata". “Al contrario, in caso di esito favorevole all'indipendenza, riteniamo che sia doveroso per le persone al potere assicurare amichevoli relazioni con il nord del Paese e una agevole e pacifica transizione". Benedetto XVI, nel discorso del 13 marzo 2010 ai vescovi del Sudan, in visita ad Limina apostolorum, aveva già posto in rilievo che "se la pace significa mettere radici profonde, bisogna compiere sforzi comuni per diminuire i fattori che contribuiscono ai conflitti, in particolare la corruzione, le tensioni etniche, l'indifferenza e l'egoismo". (C.F.)








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