Emergenza sovraffollamento nelle carceri italiane, mentre aumentano i suicidi dei
detenuti
Uno spazio in cella di due metri quadrati per ogni detenuto, come nel piccolo carcere
di Pistoia, presenze doppie rispetto alla capienza regolamentare, come a Bologna.
In alcuni casi solo due ore d’aria. E’ la denuncia delle associazioni “Antigone” e
“A buon diritto”, che hanno visitato 15 istituti di pena italiani. Hanno poi elaborato
un dossier e presentato esposti ai sindaci e ai direttori delle Asl competenti, chiedendo
di provvedere a sanare le violazioni. Il dossier è stato realizzato mentre non si
arresta il tragico fenomeno dei suicidi in carcere. L'ultimo è avvenuto venerdì scorso
a Catania. Sui dati raccolti sulle carceri italiane, ascoltiamo, al microfono di Linda
Giannattasio, il commento di Patrizio Gonnella, presidente di “Antigone”:
R. – Siamo
andati a visitare carceri grandi – penso a Poggioreale – ma anche penitenziari molto
piccoli, come a Fermo nelle Marche. Abbiamo trovato dappertutto condizioni igienico-sanitarie
non sopportabili, non degne di un Paese civile. Abbiamo visto, a Fermo, tre detenuti
in otto metri quadrati. Nella sezione nido del femminile di Rebibbia, 12 tra madri
e figli in 25 metri quadrati. Questo va contro gli stessi standard imposti dagli organismi
internazionali che controllano il rispetto dei diritti umani che prevedono per esempio,
secondo la Corte europea dei diritti umani, non meno di tre metri quadrati a persona.
D.
– Con il caldo, il problema del sovraffollamento non fa che aggravarsi…
R.
– Se immaginiamo un posto di 10 metri quadrati in cui stanno tre-quattro persone con
il bagno a vista, con poca aria e con 35°, ci rendiamo conto di quanto sia facile
contrarre malattie e comunque stare genericamente male dal punto di vista sia fisico
sia psicologico.
D. – Altrettanto difficile è anche la situazione negli
ospedali psichiatrici-giudiziari. In alcune strutture - è stato denunciato - i detenuti
vengono addirittura legati ai letti…
R. – Non prevale l’elemento della
terapia e della cura per persone che hanno problemi psichiatrici rispetto a quello
del controllo e della sicurezza. Sono in tutto non più di un migliaio le persone in
Italia in questa situazione. Parrebbe non impossibile affrontare la cura di queste
persone dal punto di vista medico. Ma, soprattutto, bisogna evitare che queste persone
vivano in celle tra i propri escrementi, con i topi…
D. – Quali sono
i provvedimenti più urgenti?
R. – Bisogna muoversi su due piani: un
primo piano riguarda la riduzione del tasso di sovraffollamento. Però questo è competenza
della politica. Bisognerebbe mettersi tutti insieme intorno ad un tavolo – ministero,
enti territoriali, Asl, anche le organizzazioni sociali, laiche e religiose – per
un “Piano Marshall”: tutti insieme per il rispetto dei diritti umani nelle carceri.
Diciamo che non vogliamo le carceri fuori legge, perché le carceri sono il luogo massimo
della legalità. Bisogna rispettare la legalità penitenziale.