Usa: i vescovi plaudono all’esclusione dell’aborto dall’assicurazione sanitaria
Soddisfazione è stata espressa dal cardinale Daniel Di Nardo, presidente della Commissione
Pro-Life della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, per la decisione del Dipartimento
della salute e dei servizi alla persona di fare un passo indietro ed escludere l’aborto
dalle pratiche coperte dal nuovo piano di assicurazione sanitaria finanziato dal governo
federale. “Accogliamo con favore questa nuova politica – ha dichiarato il porporato
– ma continuiamo ad essere seriamente preoccupati per il fatto che alcuni Stati abbiano
approvato piani sanitari in favore dell’aborto e abbiano cominciato ad arruolare pazienti”.
Il cardinale si riferisce all’approvazione del nuovo piano di assicurazione per i
residenti dello Stato della Pennsylvania, nel quale si prevede una copertura finanziaria
pressoché totale dei casi di aborto, tranne quelli esplicitamente riconosciuti come
illegali dalla legislazione dello Stato. In seguito, è emerso che anche il New Mexico
avrebbe incluso i casi di aborto volontario nella sua copertura assicurativa federale
e che si sono già aperte le iscrizioni al programma assicurativo. Questo programma
di assicurazione finanziata dal governo federale è stato stabilito dalla riforma sanitaria,
che prevede l’erogazione di servizi sanitari a persone prive di assicurazione, ma
in possesso di determinati requisiti, fino al 2014. “In questa riforma come in altre,
in cui il governo è direttamente coinvolto nelle decisioni che riguardano vite umane
innocenti, bisogna che le scelte non restino soggette alla discrezionalità, o alla
vigilanza dei movimenti per la vita – ha concluso il porporato – è di vitale importanza
per tutte quelle persone che versano in gravi condizioni di salute e che non hanno
potuto ottenere una copertura né ricevere l’aiuto offerto da programmi come questo.
Bisogna dare loro la certezza che la copertura assicurativa sanitaria sarà orientata
all’affermazione del valore della vita, non pericolosa per la vita stessa”. La Conferenza
episcopale, inoltre, ribadisce la richiesta al governo di una legge che disciplini
in via definitiva la materia. (R.B.)