Non accenna a placarsi la violenza in Afghanistan e Pakistan. La guerriglia talebana
continua sferrare attacchi contro le truppe del contingente internazionale mentre
droni statunitensi sono tornati a colpire le roccaforti degli insorti in Pakistan,
a ridosso del confine afgano. Il servizio di Marco Guerra:
A quattro
giorni dalla Conferenza internazionale sull’Afghanistan, la ribellione talebana torna
a mostrare la sua capacità d’azione. Cinque soldati Usa sono rimasti uccisi
oggi in due distinti attacchi dinamitardi nel sud del Paese. Dall'1 luglio sono morti
75 i militari stranieri, 53 dei quali statunitensi. Vittime anche tra i civili: stamani,
è morto per le ferite riportate il candidato alle elezioni legislative di settembre
che ieri aveva subito un attentato nel corso di un comizio nella provincia di Khost.
È ancora incerto invece il bilancio degli scontri fra militari dell’Isaf e i talebani
nella provincia di Helmand, a seguito del quale fonti afghane parlano di diverse vittime
fra la popolazione inerme. La guerriglia sembra quindi tutt’altro che fiaccata dai
raid e dai blitz che si susseguono su tutto il territorio. Solo ieri, sei comandanti
Talebani sono stati arrestati in un'operazione militare nella provincia di Ghazni.
Nuovi bombardamenti si registrano invece nelle aree tribali pakistane al confine con
l’Afghanistan. Cinque missili sono stati sparati da un drone statunitense contro un
sospetto campo di addestramento nel Waziristan meridionale. Sedici i militanti integralisti
uccisi. Secondo fonti di sicurezza pakistane, il campo veniva usato come base per
azioni oltre confine contro le truppe della coalizione internazionale. Alla luce della
nuova fiammata di violenze, appare lontanissimo l’obiettivo del passaggio di consegne
alle autorità di Kabul fissato per il 2014.