Sale la tensione tra Venezuela e Colombia, in seguito alla decisione del presidente
Chavez di rompere i rapporti diplomatici con Bogotà. Le forze armate di Caracas sono
in stato d'allerta, dispiegate lungo i 2.200 chilometri di frontiera tra i due Paesi.
Intanto, prendono la parola le Conferenze episcopali colombiana e venezuelana, mentre
tutta la diplomazia dell’America Latina è impegnata per superare lo stallo. Il servizio
di Francesca Ambrogetti:
Il capo dello
Stato argentino, Kirchner, ha annunciato che si recherà nei prossimi giorni a Caracas
e Bogotá per tentare di avvicinare le posizioni. Anche il presidente brasiliano, Lula
da Silva, ha espresso la sua preoccupazione e si è dichiarato disposto a mediare.
Un appello alla concordia è giunto dalle autorità della Chiesa dei due Paesi coinvolti
nella crisi. Il presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Rubén Salazar
Gómez, ha auspicato che si possano riallacciare rapporti fraterni: “Il Venezuela e
la Colombia meritano di vivere in pace”, ha detto. “La situazione è preoccupante,
ma le Chiese dei nostri due Paesi possono lavorare insieme per dare una testimonianza
di fraternità”, ha affermato, dal canto suo, mons. Ubaldo Ramón Santana Sequera, presidente
della Conferenza episcopale venezuelana. Prudente silenzio di Juan Manuel Santos,
il presidente eletto della Colombia, che a Panama – seconda tappa del suo viaggio
in America Latina – ha detto che non intende parlare della crisi fino al suo insediamento,
il 7 agosto. Una data alla quale molti guardano con speranza.
Tensioni
Corea del Nord - Stati Uniti A meno di 24 ore dall’avvio delle grandi esercitazioni
navali di Usa e Corea del Sud nelle acque del Mar del Giappone, cresce la tensione
nella penisola coreana. Il regime di Pyongyang ha minacciato il ricorso ad una "potente
dissuasione nucleare" dopo che il segretario di Stato americano Hillary Clinton aveva
invitato, durante il vertice dell’Asean, i Paesi asiatici ad appoggiare le nuove sanzioni
decise da Washington. Le operazioni militari di domani sono state criticate anche
dalla Cina, che ha messo in guardia la comunità internazionale da prendere ogni azione
che possa esasperare le tensioni regionali.
Violenze Afghanistan-Pakistan Non
accenna a placarsi la violenza in Afghanistan e Pakistan. La guerriglia talebana continua
sferrare attacchi contro le truppe del contingente internazionale mentre droni statunitensi
sono tornati a colpire le roccaforti degli insorti in Pakistan, a ridosso del confine
afgano. Il servizio di Marco Guerra:
A quattro
giorni dalla Conferenza internazionale sull’Afghanistan, la ribellione talebana torna
a mostrare la sua capacità d’azione. Cinque soldati Usa sono rimasti uccisi
oggi in due distinti attacchi dinamitardi nel sud del Paese. Dall'1 luglio sono morti
75 i militari stranieri, 53 dei quali statunitensi. Vittime anche tra i civili: stamani,
è morto per le ferite riportate il candidato alle elezioni legislative di settembre
che ieri aveva subito un attentato nel corso di un comizio nella provincia di Khost.
È ancora incerto invece il bilancio degli scontri fra militari dell’Isaf e i talebani
nella provincia di Helmand, a seguito del quale fonti afghane parlano di diverse vittime
fra la popolazione inerme. La guerriglia sembra quindi tutt’altro che fiaccata dai
raid e dai blitz che si susseguono su tutto il territorio. Solo ieri, sei comandanti
Talebani sono stati arrestati in un'operazione militare nella provincia di Ghazni.
Nuovi bombardamenti si registrano invece nelle aree tribali pakistane al confine con
l’Afghanistan. Cinque missili sono stati sparati da un drone statunitense contro un
sospetto campo di addestramento nel Waziristan meridionale. Sedici i militanti integralisti
uccisi. Secondo fonti di sicurezza pakistane, il campo veniva usato come base per
azioni oltre confine contro le truppe della coalizione internazionale. Alla luce della
nuova fiammata di violenze, appare lontanissimo l’obiettivo del passaggio di consegne
alle autorità di Kabul fissato per il 2014.
Daghestan Ancora
violenze nel Caucaso russo. Almeno sette persone sono state uccise in Daghestan, nelle
ultime ore, fra cui quattro ufficiali, un responsabile e due poliziotti. In questi
giorni la regione è in fiamme per una serie continua di attentati da parte delle milizie
islamiche. Attentati e omicidi avvengono praticamente ogni giorno in Daghestan e in
altri Repubbliche caucasiche della Russia.
Iran-Russia L’Iran ha
annunciato la creazione di un fondo di otto milioni di dollari per condurre ricerche
“serie” nel campo della fusione nucleare. Intanto, dura reazione di Teheran nei confronti
della Russia. Il Cremlino è diventato il portavoce degli Stati Uniti, ha detto il
presidente Ahmadinejad che proprio non ha digerito le recenti dichiarazioni critiche
del presidente russo Medvedev verso il programma nucleare della Repubblica Islamica.
Medio
Oriente - blocco marino Gaza Dopo essere riuscito a bloccare, una settimana
fa, una nave che trasportava aiuti umanitari dalla Libia a Gaza, adesso Israele guarda
con preoccupazione ad almeno due navi si stanno preparando a salpare dal Libano. La
flottiglia che si sta organizzando per forzare il blocco marino a Gaza “è una provocazione
inutile”, ha detto il ministro israeliano della difesa Ehud Barak, spiegando che se
le navi libanesi dovessero forzare il blocco, la marina israeliana “non avrà altra
scelta che fermarle in mare”. Sulla questione è intervenuta anche l’ambasciatore di
Israele presso l’Onu, lanciando un appello ai dirigenti del Libano e alla comunità
internazionale “affinchè fermino quelle navi”. Lo Stato ebraico consente l’ingresso
di aiuti nella striscia solo via terra.
Marea Nera: l’allarme era disattivato
sulla piattaforma L’ombra dell’errore si allunga sul disastro ecologico della
Marea Nera nel Golfo del Messico. Il dispositivo d’allarme installato sulla piattaforma
"Deepwater Horizon" era stato disattivato alcuni mesi prima del 20 aprile, giorno
in cui si verificò l’incidente all’origine della fuori uscita di petrolio dal pozzo
della Bp. Secondo la Transocean, società proprietaria della piattaforma, la disattivazione
si sarebbe resa necessaria per far cessare i continui falsi allarmi. Intanto, la tempesta
"Bonnie", sta raggiungendo il Golfo del Messico dopo aver attraversato il sud della
Florida. Nelle ultime ore, il Centro nazionale Uragani ha fatto sapere che la tempesta
sta riacquistando potenza proprio nella direzione in cui si trovano le navi e le circa
2 mila persone impegnate nelle operazioni di bonifica e che da ieri sono state evacuate
dalle autorità americane.
Messico narcotraffico Scoperte nove fosse
comuni in Messico, al confine con il Texas. Almeno 38 i corpi carbonizzati emersi
nel Nuevo Leon, Stato flagellato dalla guerra fra bande rivali di narcotrafficanti.
Gli investigatori ritengono che si tratti di azioni realizzate nelle ultime due settimane.
Olanda Olanda
ancora senza governo a circa un mese e mezzo dal voto politico delle scorso giugno.
Il risultato elettorale ha consegnato la vittoria ai liberali Pvv, a scapito dei democristiani
Cda del leader uscente Jan Peter Balkenende, ma le trattative per formare un nuovo
esecutivo finora hanno sempre dato esito negativo. Il nuovo negoziatore incaricato
dalla regina, Ruud Lubbers, negli ultimi giorni è tornato a ipotizzare un accordo
che comprenda anche la destra anti-islam di Geert Wilders.
India: pullman
precipita in un fiume, almeno 25 morti Un pullman è precipitato in un fiume
nelle regione montuosa dello Stato indiano di Jammu e Kashmir provocando la morte
di almeno 25 persone. Lo ha reso noto oggi la polizia locale, precisando che l’incidente
è avvenuto la notte scorsa quando il veicolo è precipitato in un burrone di 80 metri.
Solo tre i superstiti che si sono salvati saltando fuori dal veicolo. (Panoramica
internazionale a cura di Marco Guerra ed Elisa Castelucci)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 205
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