Crisi Colombia-Venezuela, i vescovi dei due Paesi: uniti per testimoniare la fraternità
Sale la tensione tra Venezuela e Colombia, in seguito alla decisione del presidente
Chavez di rompere i rapporti diplomatici con Bogotà. Le forze armate di Caracas sono
in stato d'allerta, dispiegate lungo i 2.200 chilometri di frontiera tra i due Paesi.
Intanto, prendono la parola le Conferenze episcopali colombiana e venezuelana, mentre
tutta la diplomazia dell’America Latina è impegnata per superare lo stallo. Il servizio
di Francesca Ambrogetti:
Il capo dello
Stato argentino, Kirchner, ha annunciato che si recherà nei prossimi giorni a Caracas
e Bogotá per tentare di avvicinare le posizioni. Anche il presidente brasiliano, Lula
da Silva, ha espresso la sua preoccupazione e si è dichiarato disposto a mediare.
Un appello alla concordia è giunto dalle autorità della Chiesa dei due Paesi coinvolti
nella crisi. Il presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Rubén Salazar
Gómez, ha auspicato che si possano riallacciare rapporti fraterni: “Il Venezuela e
la Colombia meritano di vivere in pace”, ha detto. “La situazione è preoccupante,
ma le Chiese dei nostri due Paesi possono lavorare insieme per dare una testimonianza
di fraternità”, ha affermato, dal canto suo, mons. Ubaldo Ramón Santana Sequera, presidente
della Conferenza episcopale venezuelana. Prudente silenzio di Juan Manuel Santos,
il presidente eletto della Colombia, che a Panama – seconda tappa del suo viaggio
in America Latina – ha detto che non intende parlare della crisi fino al suo insediamento,
il 7 agosto. Una data alla quale molti guardano con speranza.