Zambia: dichiarazione dei vescovi sulla bozza della Costituzione
È un’analisi attenta e dettagliata quella che la Conferenza episcopale dello Zambia
(Cez) traccia a proposito della bozza della Costituzione presentata in questi giorni.
In una nota diffusa ieri, i vescovi ricordano innanzitutto i motivi per cui hanno
declinato l’invito a far parte della Conferenza nazionale per la Costituzione (Ncc).
Tre le argomentazioni presentate: la struttura poco equilibrata della Ncc, comprendente
soprattutto esponenti politici della maggioranza; l’ambiguità procedurale dei lavori
e alcune carenze contenutistiche della bozza costituzionale che tralascia, ad esempio,
il diritto al cibo, all’acqua e all’assistenza sanitaria. Certo, sottolinea la Cez,
il documento provvisorio ha anche “alcuni elementi positivi” come “l’inclusione e
il riconoscimento dei diritti per i nascituri e i disabili” o “la messa al bando della
tortura e di tutte le altre forme di trattamento disumano”. Tuttavia, sono ancora
molti i problemi da risolvere: l’eccessiva lunghezza del documento provvisorio, che
lo rende “troppo complicato per un normale cittadino”; la brevità del tempo (40 giorni)
a disposizione del pubblico, perché la bozza venga studiata e riconsegnata alla Ncc
per l’approvazione definitiva; la poca chiarezza sulle successive fasi dell’iter legislativo.
“Non è chiaro – scrivono i vescovi dello Zambia – cosa farà il Parlamento una volta
ricevuto il documento provvisorio. E l’esperienza ci dimostra che i partiti in carica
potrebbero voler modificare la bozza della Costituzione, avvalendosi della maggioranza
parlamentare”. Inoltre, ribadisce la Cez, la Carta fondamentale provvisoria non stabilisce
la giusta durata del periodo di transizione che segue le elezioni presidenziali; amplia
in modo poco realistico la composizione dell’Assemblea Nazionale senza il dovuto riguardo
dei costi e delle infrastrutture necessarie; crea troppe commissioni, molte delle
quali senza nomina presidenziale ed elimina la costituzione di un collegio civico
che revochi l’incarico a quei parlamentari che non operano secondo la volontà del
Paese. “Il bene comune – si legge nella dichiarazione della Chiesa zambiana – è stato
sempre sacrificato in nome degli interessi particolari di coloro che vogliono arricchirsi
con il potere, ideando una Costituzione debole e parziale”. Per questo, “di fronte
a tutte queste circostanze”, i vescovi ribadiscono che “non è possibile che la bozza
della Costituzione, così come prodotta dalla NCC, abbia la legittimità necessaria,
richiesta ad un documento del genere, per resistere nel tempo”. Quindi, la Cez lancia
un monito: questa bozza costituzionale è solo uno dei tanti procedimenti che consumano
denaro “e per un Paese povero come lo Zambia è una situazione inaccettabile, poiché
è diventata una questione morale”. Di qui, il suggerimento avanzato dai vescovi di
costituire un comitato tecnico provvisorio che si occupi della questione. In chiusura
della loro dichiarazione, i presuli invitano la popolazione dello Zambia “a non perdere
la speranza”. “Crediamo davvero – scrivono – alle parole di Gesù, ovvero che chi ha
fame e sete di giustizia sarà soddisfatto! Preghiamo perché Dio benedica la nazione
e quanto prima la popolazione abbia giustizia”. (I.P.)