Malaysia: leader islamici contro simboli satanici o di altre religioni sulle maglie
dei calciatori
I calciatori musulmani e tutti i fedeli musulmani non dovrebbero indossare le magliette
di calcio di squadre con simboli satanici né di altre religioni: ad esempio quelle
del Manchester United, perchè raffigurano il diavolo; oppure di Milan e Barcellona
che hanno nel loro emblema una croce, come pure le nazionali di Brasile, Portogallo,
Barcellona, Serbia e Norvegia. E’ quanto affermano due ulama malaysiani in dichiarazioni
pubbliche che hanno suscitato un ampio dibattito e le proteste dei giovani malaysiani.
“Un musulmano non dovrebbe dare culto a simboli di altre religioni o a diavolo”, ha
detto Nooh Gadot, ulama del Consiglio religioso di Johor, a Sud di Kuala Lumpur. Secondo
il leader, le magliette del Manchester United, prestigioso club inglese, molto popolare
in Malaysia, sono “peccaminose” e “pericolose” perché “glorificano il diavolo”: daltronde
gli stessi giocatori del team sono chiamati “Red devils”, cioè “diavoli rossi”. Il
leader ha detto che un vero musulmano non dovrebbe né comprarle ne accettarle in regalo.
Il Manchester United ha un grande seguito nel Paese, tanto che nel 2006 è stato siglato
un accordo promozionale tra la squadra e l’ente turistico della Malaysia. La Malaysia
è un Paese dove l’islam ha un volto moderato ma, secondo gli studiosi “negli ultimi
anni ha conosciuto un processo di progressiva islamizzazione che ha dato un ruolo
privilegiato alla sharia sulla scena pubblica”, ha rimarcato all'agenzia Fides il
missionario del Pime padre Paolo Nicelli, esperto dell’area. A farne le spese, in
passato, sono stati anche i simboli di altre religioni, come accaduto per un controverso
pronunciamento di alcuni leader musulmani contro l’antica pratica dello yoga, criticata
perché contenente elementi indù. “Nel Paese è in corso il tentativo di proteggere
i musulmani dalle contaminazioni di altre religioni e culture, e preservare la purezza
dell’islam”, spiega frate Augustine, segretario della Conferenza episcopale della
Malaysia. D’altro canto “le giovani generazioni tendono a non seguire tali indicazioni
e a distanziarsi dalle prescrizioni religiose”. “La moda e lo stile di vita occidentali
sono guardati con sospetto”, nota il religioso. “Secondo alcuni leader, la Malaysia
dovrebbe diventare il paese musulmano modello del Sudest asiatico, sull’esempio dell’Arabia
Saudita". (R.P.)