Indonesia: per i vescovi le violenze anticristiane sono anche frutto di proselitismo
delle sette
Le ricorrenti violenze anti-cristiane ad opera di fondamentalisti islamici in Indonesia
sono anche il frutto dell’aggressivo proselitismo di alcune sette cristiane evangeliche.
Ad affermarlo in un’intervista all’agenzia Ucan è padre Antonius Benny Susetyo, segretario
esecutivo della Commissione per gli affari ecumenici e interreligiosi della Conferenza
episcopale indonesiana (KWI). “I gruppi evangelici sono diventati un problema per
la Chiesa cattolica e per le Chiese protestanti tradizionali, perché il loro modo
di annunciare il Vangelo è troppo aggressivo e poco rispettoso delle culture locali”,
ha detto il sacerdote. Questo provoca inevitabilmente reazioni da parte dei gruppi
islamisti radicali, come è accaduto per gli attacchi dei giorni scorsi contro due
Chiese protestanti nella provincia di Giava Occidentale. Padre Susetyo ha anche parlato
della difficoltà a dialogare con gruppi evangelici disseminati nel Paese (circa trecento)
e che non fanno parte della Comunione delle Chiese in Indonesia (Pgi): “È difficile
dialogare perché non sono organizzati”, ha detto. Un altro problema è la difficoltà
a trovare punti di intesa con questi gruppi: “Per loro evangelizzare è battezzare,
mentre la Chiesa cattolica considera il battesimo come un’opera dello Spirito Santo.
Per noi cattolici il nostro compito è di diffondere la Buona Novella di pace, amore
e giustizia”, ha concluso padre Susetyo. Secondo un rapporto pubblicato l’anno scorso
dal Setara Institute for Democracy and Peace, un organismo di ricerca per la promozione
dei valori civili, l’intolleranza e le violenze religiose sono in aumento in Indonesia
in questi ultimi anni. Le regioni dove si registra il più basso livello di tolleranza
e dove aumentano le probabilità di conflitti di natura religiosa sono le province
di Giava Occidentale, Sumatra Occidentale e Giakarta, mentre dai dati raccolti dall’inizio
del 2008 ad oggi, si rileva che la gran parte delle violazioni alla libertà religiosa
sono imputabili a gruppi islamici estremisti. A mettere in rilievo il crescente fondamentalismo
in Indonesia è poi il Wahid Institute, che pure non manca di registrare nel Paese
una consistente quota di musulmani moderati, leader e intellettuali in aperto contrasto
con la crescita del fanatismo religioso. (L.Z.)