2010-07-22 16:07:49

Stati Uniti: parte la riforma finanziaria voluta da Obama


Negli Stati Uniti, è scattata a tutti gli effetti la riforma della finanza firmata ieri dal presidente, Barack Obama, mentre il numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, avverte che le prospettive dell'economia americana restano incerte: la Banca centrale, comunque, è pronta a garantire ulteriori misure di stimolo. Da New York, Elena Molinari:RealAudioMP3

“La riforma finanziaria fornirà certezze a banchieri, uomini d’affari e consumatori”. Così ha detto ieri Barack Obama, firmando la legge di riforma del sistema finanziario americano, la più ampia approvata dagli anni Trenta, con la promessa che gli americani non dovranno più pagare per gli errori di Wall Street. Alla cerimonia, il presidente degli Usa ha infatti ribadito che non ci saranno più salvataggi finanziari dai contribuenti e che se una grossa istituzione finanziaria dovesse crollare, la nuova legge consentirà di liquidarla senza minacciare l’economia. Obama ha però riconosciuto che ci vorranno alcuni aggiustamenti per adattare il sistema finanziario ai cambiamenti. La norma rende più severe le regole per concedere mutui e prestiti, costringe le istituzioni finanziarie a più trasparenza e crea un’agenzia per la protezione dei consumatori. Wall Street l’aveva fortemente osteggiata e i democratici la considerano una vittoria politica.

Usa, Marea Nera
Bp ha espresso ottimismo oggi circa la possibilità di arrivare ''presto'' a una soluzione definitiva per fermare la marea nera, alla luce delle risposte positive che continuano ad arrivare dal test sulla chiusura della falla sottomarina. Intanto, quattro colossi petroliferi americani hanno annunciato la decisione di stanziare 250 milioni di dollari, pari a 195 milioni di euro per rispondere a future emergenze come quella della marea nera. L’obiettivo è creare un'organizzazione senza scopo di lucro pronta a intervenire in caso di fuoriuscite di greggio da pozzi sottomarini.

Cina, marea nera
E' stato completamente riparato l'oleodotto del porto cinese di Dalian, che ha causato la più grande fuoriuscita di petrolio mai registrata in Cina. Le autorità locali hanno deciso di riaprire parzialmente alle operazioni navali del porto. Secondo i media cinesi, si devono ancora pulire 430 chilometri quadrati di mare inquinati, che minacciano l'ecosistema. La pesca nell'acqua intorno a Dalian è stata vietata fino alla fine di agosto, mentre militari, pompieri e volontari, oltre ai pescatori locali, continuano a partecipare alle operazioni di raccolta del greggio.

Corea del Nord
All’indomani dell’annuncio delle nuove sanzioni unilaterali alla Corea del Nord da parte del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, il regime di Pyongyang passa al contrattacco parlando di “una grande minaccia per la pace e la sicurezza della penisola”. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Dopo l’annuncio delle nuove sanzioni e delle manovre militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud nel Mar del Giappone, non si è fatta attendere la risposta del regime di Pyongyang che, attraverso il suo portavoce al vertice dell’Asean in corso ad Hanoi, ha definito l’esercitazione in programma per domenica “una grande minaccia non solo per la pace e la sicurezza della penisola coreana, ma anche per la pace e la sicurezza globali”. Dalla capitale vietnamita, il portavoce ha inoltre affermato che le nuove sanzioni decise per l'affondamento di una corvetta sudcoreana, in cui morirono 46 marinai, “violano” la dichiarazione del 9 luglio del Consiglio di sicurezza dell'Onu. In quel documento, si chiedevano “azioni appropriate e pacifiche” contro i responsabili, ma non s’indicava un colpevole. Per la Corea del nord, ha proseguito l’esponente del governo comunista, “le sanzioni sono la chiara espressione dell'estensione di una politica ostile”. Il portavoce sembra tuttavia lasciare ancora qualche margine per il ritorno al tavolo delle trattative: “Se gli Stati Uniti sono davvero interessati alla denuclearizzazione della penisola coreana - ha detto in conclusione - devono essere i primi a creare un'atmosfera di dialogo”. Prima però bisognerà superare anche le resistenze di Seul, secondo cui nessun nuovo incontro sarà possibile senza le scuse ufficiali per l’affondamento dell’imbarcazione della sua Marina militare.

Cina, in arrivo il tifone Chantu
Sulla costa meridionale della Cina è atteso "Chantu", il terzo tifone della regione che colpirà la città costiera di Wuchuan, nel sud della provincia di Guangdon. Secondo cifre fornite dall’esecutivo di Pechino, le piogge torrenziali e le alluvioni verificatesi quest’anno hanno sinora provocato la morte di 700 persone, mentre 347 sono ancora disperse. Il nuovo tifone colpirà con venti fino 126 km/h e forti precipitazioni anche la provincia dell’isola di Hainan e la regione Guangxi. “La situazione è grave”, ha dichiarato il governo cinese, che sta chiedendo alle autorità locali di incrementare gli sforzi per arginare le alluvioni. Il ministro degli Affari cinesi ha fatto sapere che tre milioni di persone sono state evacuate e che sono stati cancellati 16 voli dall’aeroporto di Haiko.

Afghanistan
Ancora violenza in Afghanistan. Ieri, tre soldati del contingente internazionale sono morti in due distinti attacchi. Si tratta di due britannici uccisi in un agguato degli insorti e di un danese investito dallo scoppio di un ordigno al passaggio del convoglio sul quale viaggiava. Solo due giorni fa, i Paesi donatori, riuniti a Kabul per Conferenza internazionale sull’Afghanistan, hanno fissato per il 2014 il passaggio della responsabilità della sicurezza alle autorità di Kabul. Intanto, il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, ha detto che l’Afghanistan sarà il nuovo Vietnam degli Stati Uniti, tornando inoltre a criticare le nuove sanzioni imposte a Teheran dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Libano
Il Libano presenterà un reclamo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite contro Israele per le reti di spionaggio scoperte nell'ultimo anno all'interno del proprio Paese a favore dello Stato ebraico. Lo ha annunciato il ministro dell'Informazione libanese, Tarèq Mitri, sottolineando che le reti di spionaggio costituiscono una violazione della risoluzione Onu 1701, che nell'estate del 2006 ha posto fine ai 34 giorni di guerra in Libano tra i miliziani sciiti di Hezbollah e Israele.

Raid israeliano a Gaza: due morti
Due palestinesi sono stati uccisi e altri nove rimasti feriti in un attacco israeliano vicino a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza. Tra i feriti ci sono due bambini. L’esercito israeliano ha affermato di aver sparato contro un gruppo di miliziani che stava per lanciare razzi contro il territorio dello Stato ebraico. Hamas ha intanto identificato fra i morti almeno un membro del suo gruppo armato.

Elezioni in BurundiElezioni legislative, domani in Burundi, boicottate dai principali partiti dell’opposizione. Favorita la formazione del presidente, Pierre Nkurunziza. L’opposizione burundese da tempo denuncia una forte repressione da parte delle autorità di Bujimbura con arresti indiscriminati. Per il governo, si tratta di persone coinvolte nell’organizzazione di sabotaggi. Il Paese è uscito nel 2006 da una decennale guerra civile.

Somalia In Somalia, è salito a 50 il numero delle vittime e oltre un centinaio sono i feriti provocati dai pesanti combattimenti avvenuti a Mogadiscio negli ultimi giorni tra forze governative e l’Unione di pace africana (Amisom), da una parte, e i ribelli Shabaab, dall'altra. Particolarmente critica la situazione nei quartieri settentrionali della capitale somala, dove si sono verificati gli scontri più sanguinosi delle ultime settimane. Ma anche nella zona meridionale della città infuriano i combattimenti. Secondo fonti on-line (Mareeg.com), l'esplosione di una mina ha causato la morte di un soldato delle truppe governative e il ferimento di cinque civili.

Sudan
Il presidente sudanese, Omar el-Bashir, è tornato a sfidare la comunità internazionale con una visita da ieri in Ciad. Il viaggio giunge a pochi giorni dal secondo mandato di cattura a suo carico da parte della Corte penale internazionale, che lo ha formalmente accusato di genocidio in relazione a crimini commessi durante la guerra civile in Darfur.

Yemen
Nello Yemen non accenna a placarsi il livello dello scontro tra i ribelli integralisti e le truppe governative. Almeno cinque soldati sono stati uccisi stamani in un agguato nel sud del Paese. Secondo fonti della sicurezza yemenita, i militanti di Al Qaida hanno attaccato un veicolo di pattuglia. Iniziata la caccia all’uomo contro gli assalitori, fuggiti nelle montagne vicine.

Pakistan
In Pakistan, decine di persone sono state uccise dalle piogge monsoniche. Da ieri, il maltempo ha distrutto case e strade e inondato interi quartieri cittadini. L'Ufficio metereologico ha registrato a Lahore un record di quasi un metro di pioggia nelle ultime 24 ore e prevede una continuazione del maltempo per i prossimi giorni.

Il Brasile ha approvato lo Statuto di eguaglianza razziale
Dopo sette anni di dibattiti al congresso di Brasilia, il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula, ha dato ieri la sanzione definitiva all’approvazione dello Statuto di eguaglianza razziale. Nel Paese latinoamericano, sono considerati di colore 90 milioni dei 170 milioni di abitanti. Alla luce di questo dato, lo Statuto concede garanzie ai neri brasiliani e instaura una serie di politiche pubbliche per valorizzare i brasiliani di origine africana e la loro cultura. Tra le iniziative promosse dalla normativa, l’insegnamento della storia e della cultura dell’Africa e quelle della popolazione nera brasiliana nelle scuole pubbliche e private del Paese.

Kosovo
C’è grande attesa per il parere che sarà reso pubblico oggi pomeriggio dalla Corte di giustizia dell’Aja, sulla conformità al diritto internazionale della proclamazione unilaterale di indipendenza del Kosovo nei confronti della Serbia, risalente al 2008. Belgrado, che assieme a Russia, Cina e cinque a paesi dell’Ue rifiuta il riconoscimento, si dice disponibile ad un progetto di risoluzione equilibrato concordato con l’Onu. Sull’altro fronte Pristina, che spera in una decisione in armonia con gli interessi del popolo. Ma, visto che il parere de l’Aja non sarà vincolante, gli analisti temono un pronunciamento ambiguo che eviti scomodi precedenti.

Il parlamento turco approva la legge che riduce le pene per i minori
Questa mattina, il parlamento turco ha approvato una legge che riduce le pene per i minori accusati di reati connessi ad attività terroristiche e di fatto riforma una legislazione che non era conforme agli standard dell’Unione europea. In base alla nuova normativa, i minori che prendono parte a manifestazioni di protesta a favore del separatista Partito dei lavoratori del Kurdistan, tirando pietre contro le forze dell’ordine, non saranno più incriminati “per attività terroristiche” e saranno giudicati da appositi tribunali per minori e non da tribunali penali. Nei giorni scorsi, l’Ue aveva sollecitato Ankara a riformare il proprio sistema di giustizia minorile. In base a recenti dati Unicef, nel corso degli ultimi anni, oltre 340 minori sono stati condannati a pesanti pene carcerarie e nel 2006 sono stati arrestati circa 304 minori. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Elisa Castelucci)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 203

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