Orissa: ancora grave la situazione delle vittime dei pogrom anticristiani
Ben 93 morti, oltre 6500 case bruciate, 350 chiese e 45 strutture educative distrutte
e più di 50mila persone rimaste senza casa: è questo il bilancio, a due anni di distanza,
delle violenze e dei pogrom anticristiani nello Stato indiano dell’Orissa. La denuncia
ad Asianews arriva dal sacerdote cattolico Sisirkanta Sabhanayak, che nei giorni scorsi
ha partecipato a un incontro con oltre cento pastori protestanti, missionari e capi
comunità a K.Nuagam, nel distretto di Kandhamal. “Siamo vicini ai nostri fratelli
cristiani perseguitati per proteggerli e servirli – ha detto il prete, sottolineando
come molti cristiani, per il terzo anno consecutivo, siano costretti a dormire all’addiaccio
durante la stagione dei monsoni – stiamo cercando di ricostruire il distretto insieme,
stiamo spendendo tutte le nostre energie per confortare, rinnovare e ricostruire la
Chiesa”. Anche i tribunali indiani sembrano molto lontani, ancora, dal fare giustizia,
per il timore delle ripercussioni degli estremisti indù: su 12 casi di omicidio schedati
presso la corte di Phulbani, la più importante del distretto, solo tre si sono concretizzati
in condanne. Nonostante tutto, è la testimonianza di padre Sabhanayak, la fede cristiana
nell’area è ancora forte. (R.B.)