La delegazione di Rondine incontra i presuli georgiani durante il “Viaggio dell’Amicizia”
Prosegue il “Viaggio dell’Amicizia” nel Caucaso dell’associazione Rondine-Cittadella
della Pace per diffondere il documento sui “14 punti” per raggiungere questo obiettivo
nella regione. Il viaggio è ampiamente documentato dal reportage dell’inviato dell’agenzia
Sir. Nella mattinata di ieri la delegazione ha incontrato mons. Giuseppe Pasotto,
amministratore apostolico del Caucaso per i Latini, che ha raccontato la sua testimonianza
pastorale nell’area a maggioranza ortodossa, in cui vivono 50mila fedeli di tre riti:
latino, assiro-caldeo e armeno. Le comunità in totale sono 25, con 20 sacerdoti, quattro
seminaristi e religiosi, nove diaconi sposati. “La presenza della Chiesa cattolica
in Georgia è stata salvata dal Rosario – afferma il presule – la chiesa di San Pietro
e Paolo a Tbilisi è una delle poche chiese cattoliche rimaste aperte in tutta la Russia”.
“Passaggio epocale è stato il sinodo del 2006 – aggiunge – nel corso del quale abbiamo
scelto tre direzioni: il coraggio della comunione, della formazione, dell’attività
e dell’impegno”. La Chiesa cattolica, però, non è riconosciuta dallo Stato, nonostante,
anche in seguito al conflitto del 2008 tra Russia e Georgia, la Caritas abbia fatto
tanto per la popolazione locale, avviando progetti nell’unica parrocchia cattolica
che si trova in Abkhazia. Domani, inoltre, la Caritas italiana, guidata dal responsabile
nazionale, mons. Vittorio Nozza, inaugurerà a Tbilisi una scuola ristrutturata con
i fondi raccolti in Italia. “L’intervento militare non risolve i problemi – conclude
mons. Pasotto – se non si accetta il vicino e non si cercano punti di collaborazione,
non si uscirà mai da questa situazione. Come Chiesa siamo impegnati sul fronte dell’ecumenismo
e del dialogo interreligioso. Le difficoltà ci sono, ma la comunione è il sogno che
Gesù ha per questa umanità”. Nel pomeriggio di ieri, inoltre, la delegazione di Rondine
ha incontrato anche il vescovo Gherasme, responsabile delle Relazioni estere e il
vescovo Daniele, pastore della diocesi dell’Abkhazia, che hanno ricordato come oggi,
non essendoci rapporti diplomatici tra Russia e Georgia, gli unici rapporti che funzionano
siano quelli tra le Chiese, tanto che anche il Patriarcato di Mosca ha riconosciuto
che la Chiesa ortodossa dell’Abkhazia fa parte della Chiesa ortodossa georgiana. “La
Chiesa non riuscirà da sola a far tornare la pace – ammoniscono – perché i veri passi
avanti vanno fatti dai politici”. (R.B.)