Germania: mons. Zollitsch scagionato dall'accusa di aver coperto un religioso accusato
di pedofilia
La terribile accusa alla fine si è dimostrata infondata. L’arcivescovo di Friburgo,
Robert Zollitsch, presidente dei vescovi tedeschi, non si è reso complice del sacerdote
che negli anni Sessanta avrebbe abusato sessualmente di un minore. Ad affermarlo,
chiedendo l’archiviazione dell’inchiesta. è stata la Procura di Costanza, città meridionale
della Germania. Nei fatti, la Procura non ritiene che mons. Zollitsch abbia mai coperto
o in qualche modo agevolato il religioso cistercense del monastero di Birnau, oggi
69.enne, accusato di pedofilia nei riguardi di un chierichetto che negli anni Sessanta
viveva in quella stessa città dell’arcidiocesi di Friburgo. Secondo la presunta vittima
degli abusi, mons. Zollitsch – che all’epoca era responsabile del personale della
Chiesa friburghese – sarebbe stato a conoscenza degli abusi e nonostante ciò avrebbe
confermato al suo posto il religioso cistercense, rendendosi di fatto complice degli
abusi commessi tra il 1987 e il 1992. La Procura, tuttavia, ha concluso che in quello
stesso lasso di tempo non si era a conoscenza degli abusi e che dunque ciò fa decadere
qualsiasi responsabilità da parte dell’attuale presidente dei vescovi tedeschi. Sull’estraneità
ai fatti contestati al presule si era subito espressa con chiarezza l’arcidiocesi
di Friburgo, quando lo scorso 2 giugno la Procura aveva avviato l’indagine ora archiviata.
Con un comunicato pubblicato sul suo sito Internet della Curia, l’incriminazione del
presule era stata rigettata, ricordando che a suo tempo uno dei punti cruciali era
stato già chiarito: e cioè che pur responsabile negli anni '80 del personale della
Chiesa di Friburgo, mons. Zollitsch “non era responsabile per lo spostamento e l'assegnazione
a nuovi incarichi” del monaco cistercense, dei cui abusi “l'arcidiocesi di Friburgo
– si affermava – è venuta a conoscenza soltanto nel 2006”. Lo stesso mons. Zollitsch
si è detto nei giorni scorsi “riconoscente” per le modifiche apportate al Documento
“Delicta graviora” pubblicate dalla Congregazione per la dottrina della fede. “In
particolare – aveva osservato – condivido il fatto che, sullo sfondo dei casi di abuso
sessuale nei confronti di bambini e giovani, con cui anche la Chiesa in Germania si
trova a confrontarsi, la Congregazione dia un segnale chiaro per un'informazione senza
riserve e la punizione di simili delitti”. In questo senso, aggiungeva, “il nuovo
documento della Congregazione rappresenta una testimonianza univoca a favore delle
vittime di mancanze e crimini in ambito ecclesiastico”. (A cura di Alessandro De
Carolis)