Corea del Nord: pace a rischio dopo le sanzioni Usa
All’indomani dell’annuncio delle nuove sanzioni unilaterali alla Corea del Nord da
parte del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, il regime di Pyongyang passa al
contrattacco parlando di “una grande minaccia per la pace e la sicurezza della penisola”.
Il servizio di Marco Guerra:
Dopo l’annuncio
delle nuove sanzioni e delle manovre militari congiunte di Stati Uniti e Corea del
Sud nel Mar del Giappone, non si è fatta attendere la risposta del regime di Pyongyang
che, attraverso il suo portavoce al vertice dell’Asean in corso ad Hanoi, ha definito
l’esercitazione in programma per domenica “una grande minaccia non solo per la pace
e la sicurezza della penisola coreana, ma anche per la pace e la sicurezza globali”.
Dalla capitale vietnamita, il portavoce ha inoltre affermato che le nuove sanzioni
decise per l'affondamento di una corvetta sudcoreana, in cui morirono 46 marinai,
“violano” la dichiarazione del 9 luglio del Consiglio di sicurezza dell'Onu. In quel
documento, si chiedevano “azioni appropriate e pacifiche” contro i responsabili, ma
non s’indicava un colpevole. Per la Corea del nord, ha proseguito l’esponente del
governo comunista, “le sanzioni sono la chiara espressione dell'estensione di una
politica ostile”. Il portavoce sembra tuttavia lasciare ancora qualche margine per
il ritorno al tavolo delle trattative: “Se gli Stati Uniti sono davvero interessati
alla denuclearizzazione della penisola coreana - ha detto in conclusione - devono
essere i primi a creare un'atmosfera di dialogo”. Prima però bisognerà superare anche
le resistenze di Seul, secondo cui nessun nuovo incontro sarà possibile senza le scuse
ufficiali per l’affondamento dell’imbarcazione della sua Marina militare.