2010-07-21 15:51:29

Venezuela. Il cardinale Urosa: avviare con lo Stato un dialogo rispettoso


Un dialogo “sereno e rispettoso fra le autorità della Chiesa e quella dello Stato” venezuelano. E' quello che si augura l’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa, che in una lettera ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a non incontrare l’assemblea nazionale. Davanti all'Assemblea avrebbe dovuto motivare i suoi recenti attacchi al presidente della Repubblica. Il porporato, intanto, ha ricevuto la solidarietà dei laici del Paese. Ce lo racconta il servizio di Luis Badilla:RealAudioMP3

Un dialogo “sereno e rispettoso”, che sia “a beneficio degli interessi supremi del popolo venezuelano”. Questo è il sogno del cardinale Jorge Urosa, arcivescovo di Caracas, nei rapporti tra Chiesa e Stato. Un dialogo che si potrebbe estendere anche alle autorità della Conferenza episcopale con i deputati. “Ritengo che questo incontro si potrebbe avere in uno spazio istituzionale – scrive il porporato - fissato consensualmente, in un clima sereno affinché sia un dialogo fruttifero. Penso che l’incontro si potrà svolgere già il 26 o 27 luglio”. Intanto, ieri, il Consiglio nazionale dei laici del Venezuela e i Consigli diocesani dei laici, alla fine di una riunione congiunta, hanno rinnovato al cardinale Urosa il loro affetto e la totale solidarietà, dopo le vicende dei giorni scorsi. Vicende che hanno visto coinvolto, suo malgrado, il porporato in una campagna mediatica di attacchi e offese gratuite e ingiustificate. I firmatari estendono questi sentimenti a tutti i vescovi del Paese e alla Conferenza episcopale, nel mirino “perché indicano problemi e dicono delle verità (…) che fanno parte del sentimento della maggioranza dei venezuelani”. I laici, nel rinnovare anche la propria solidarietà e il proprio sostegno al magistero dei vescovi, in particolare alla Lettera pastorale in occasione del Bicentenario, difendono “il diritto costituzionale che garantisce a tutti i venezuelani la libera espressione del proprio pensiero”. “Il nostro anelito è che in questo nostro Paese, al di là del clima di divisione, violenza e a volte odio” (…) sia possibile “respirare aria nuova d’intesa e riconciliazione” e dunque sia reso possibile “il dialogo, la fiducia, la sicurezza e la pace”. Per i laici si tratta della sfida più importante che la nazione ha davanti a sé, che potrà essere vinta “soltanto se costruiamo insieme, nel rispetto reciproco, nella sincerità, nella verità e nella ricerca del bene comune” il futuro di tutti. I laici venezuelani ricordano, inoltre, la prossima consultazione elettorale del 26 settembre ed esortano tutti “a superare lo scoraggiamento e l’apatia” e chiamano al “voto, diritto da difendere e da esercitare, tenendo presente le proposte dei candidati” e il contenuto dei programmi e delle piattaforme politiche. “Oggi più che mai - conclude il documento - abbiamo bisogno di creare e rinforzare legami di fratellanza, di unità (…) condividendo le gioie e i dolori nonché le tristezze e speranze, i timori e le illusioni dei nostri fratelli, in particolare dei più poveri, per poter tutti insieme trovare le migliori soluzioni ai problemi che colpiscono il Paese. (…) Affidiamo alla nostra Madre, la Madonna del Coromoto, patrona del Venezuela, le nostre preoccupazioni e le nostre speranze e chiediamo la sua intercessione per avere il dono del discernimento, del vigore della fede e della pace”.







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