Venezuela. Il cardinale Urosa: avviare con lo Stato un dialogo rispettoso
Un dialogo “sereno e rispettoso fra le autorità della Chiesa e quella dello Stato”
venezuelano. E' quello che si augura l’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa,
che in una lettera ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a non incontrare l’assemblea
nazionale. Davanti all'Assemblea avrebbe dovuto motivare i suoi recenti attacchi al
presidente della Repubblica. Il porporato, intanto, ha ricevuto la solidarietà dei
laici del Paese. Ce lo racconta il servizio di Luis Badilla:
Un dialogo
“sereno e rispettoso”, che sia “a beneficio degli interessi supremi del popolo venezuelano”.
Questo è il sogno del cardinale Jorge Urosa, arcivescovo di Caracas, nei rapporti
tra Chiesa e Stato. Un dialogo che si potrebbe estendere anche alle autorità della
Conferenza episcopale con i deputati. “Ritengo che questo incontro si potrebbe avere
in uno spazio istituzionale – scrive il porporato - fissato consensualmente, in un
clima sereno affinché sia un dialogo fruttifero. Penso che l’incontro si potrà svolgere
già il 26 o 27 luglio”. Intanto, ieri, il Consiglio nazionale dei laici del Venezuela
e i Consigli diocesani dei laici, alla fine di una riunione congiunta, hanno rinnovato
al cardinale Urosa il loro affetto e la totale solidarietà, dopo le vicende dei giorni
scorsi. Vicende che hanno visto coinvolto, suo malgrado, il porporato in una campagna
mediatica di attacchi e offese gratuite e ingiustificate. I firmatari estendono questi
sentimenti a tutti i vescovi del Paese e alla Conferenza episcopale, nel mirino “perché
indicano problemi e dicono delle verità (…) che fanno parte del sentimento della maggioranza
dei venezuelani”. I laici, nel rinnovare anche la propria solidarietà e il proprio
sostegno al magistero dei vescovi, in particolare alla Lettera pastorale in occasione
del Bicentenario, difendono “il diritto costituzionale che garantisce a tutti i venezuelani
la libera espressione del proprio pensiero”. “Il nostro anelito è che in questo nostro
Paese, al di là del clima di divisione, violenza e a volte odio” (…) sia possibile
“respirare aria nuova d’intesa e riconciliazione” e dunque sia reso possibile “il
dialogo, la fiducia, la sicurezza e la pace”. Per i laici si tratta della sfida più
importante che la nazione ha davanti a sé, che potrà essere vinta “soltanto se costruiamo
insieme, nel rispetto reciproco, nella sincerità, nella verità e nella ricerca del
bene comune” il futuro di tutti. I laici venezuelani ricordano, inoltre, la prossima
consultazione elettorale del 26 settembre ed esortano tutti “a superare lo scoraggiamento
e l’apatia” e chiamano al “voto, diritto da difendere e da esercitare, tenendo presente
le proposte dei candidati” e il contenuto dei programmi e delle piattaforme politiche.
“Oggi più che mai - conclude il documento - abbiamo bisogno di creare e rinforzare
legami di fratellanza, di unità (…) condividendo le gioie e i dolori nonché le tristezze
e speranze, i timori e le illusioni dei nostri fratelli, in particolare dei più poveri,
per poter tutti insieme trovare le migliori soluzioni ai problemi che colpiscono il
Paese. (…) Affidiamo alla nostra Madre, la Madonna del Coromoto, patrona del Venezuela,
le nostre preoccupazioni e le nostre speranze e chiediamo la sua intercessione per
avere il dono del discernimento, del vigore della fede e della pace”.