Una Parola di speranza tra le difficoltà del nostro tempo: riflessioni del Papa sul
Vangelo
La liturgia odierna, con la parabola del seminatore, ci ripropone l’invito ad ascoltare
la Parola di Dio e a metterla in pratica. E’ anche una esortazione a conservare e
diffondere la speranza in un mondo pervaso da tante parole di male. Benedetto XVI,
nel corso del suo pontificato, ha potuto spiegare questo passo del Vangelo in numerose
occasioni. Ce ne parla Sergio Centofanti: “Con abbondanza
e gratuità – sottolinea il Papa - il Signore getta il seme della Parola di Dio, pur
sapendo che esso potrà incontrare un terreno inadeguato, che non gli permetterà di
maturare a motivo dell’aridità, o che ne spegnerà la forza vitale soffocandolo tra
cespugli spinosi”: “Tuttavia, il seminatore non si scoraggia, perché
sa che una parte di questo seme è destinata a trovare il ‘terreno buono’, cioè cuori
ardenti e capaci di accogliere la Parola con disponibilità, per farla maturare nella
perseveranza e ridonarne con generosità il frutto a beneficio di molti”. (Discorso
sulla pastorale vocazionale, 4 luglio 2009)
Il seme è piccolo, trascurabile,
e così appare la Parola di Dio: “Tuttavia, nel seme è presente il futuro
perché il seme porta in sé il pane di domani, la vita di domani. Il seme appare quasi
niente, tuttavia il seme è la presenza del futuro, è promessa già presente oggi. E
così con questa parabola dice: siamo nel tempo della seminagione, la Parola di Dio
sembra solo parola, quasi niente. Ma abbiate coraggio, questa Parola porta in sé la
vita! E porta frutto!” (Incontro con il clero di Aosta, 25 luglio 2005)
La
parabola – afferma il Papa - ci fa capire, dunque, che “dobbiamo essere coraggiosi,
anche se la Parola di Dio … sembra senza importanza” nel mondo. Il seme, come il chicco
di grano, porta frutto morendo. Gesù stesso è il seme che muore. Nella crocifissione
tutto sembra fallito, ma proprio attraverso questo apparente fallimento il seme trasforma
le miserie del mondo generando la vera vita: “Senza sofferenza non si
trasforma niente … Dobbiamo prendere a cuore queste difficoltà del nostro tempo e
trasformarle soffrendo con Cristo e così trasformare noi stessi. E nella misura nella
quale noi stessi siamo trasformati, possiamo anche vedere la presenza del Regno di
Dio e farla vedere agli altri”. (Incontro con il clero di Aosta, 25 luglio 2005)
Il
Papa chiama ad essere testimoni della Parola di Dio in un mondo spesso smarrito, che
talvolta siamo portati a condannare più che a salvare: “Cari amici,
siate seminatori di fiducia e di speranza … questa può essere l’ora di Dio … La Parola
di Dio può diventare veramente luce e forza, sorgente di speranza, può tracciare un
cammino che passa attraverso Gesù, ‘via’ e ‘porta’; attraverso la sua Croce, che è
pienezza d’amore”. (Discorso sulla pastorale vocazionale, 4 luglio 2009)