La Caritas alla Conferenza sull'Aids : preoccupazione per la riduzione dei fondi internazionali
Dalla Conferenza sull’Aids, in corso a Vienna, emergono preoccupazioni e timori per
il calo dei finanziamenti internazionali nella lotta contro l’Hiv. Attualmente le
persone affette dall’Hiv nel mondo sono circa 33 milioni. Due terzi di queste vivono
nell’Africa sub-sahariana ed ogni anno si registrano circa 2,7 milioni di nuovi casi.
Secondo l’Onu sono necessari almeno 27 milioni di dollari per arginare il diffondersi
della malattia. Ma la possibile riduzione dei finanziamenti rischia di compromettere
la lotta contro l’Aids soprattutto nei Paesi poveri. E’ quanto sottolinea al microfono
di Amedeo Lomonaco il consigliere speciale per l’Aids della Caritas Internationalis,
mons. Robert Vitillo, presente a Vienna:
R. – C’è
molta preoccupazione alla Conferenza per quanto riguarda il finanziamento dei programmi,
perché molti dei donatori – per esempio il fondo globale o il programma governativo
americano – sembra stiano riducendo i loro finanziamenti. C’è dunque un messaggio
nei confronti dei programmi nazionali che porta a ridurre i programmi o a non ammettere
nuovi pazienti per ricevere trattamenti necessari. Senza i medicamenti anti-retrovirali
la gente inizierà di nuovo a morire, ad avere malattie legate all’Aids.
D.
– Dunque, l’accesso universale ai trattamenti anti-retrovirali è purtroppo un obiettivo
ancora lontano. Quali sono, in particolare, i Paesi verso cui c’è più preoccupazione?
R.
– Sicuramente l’Africa sub-sahariana e l’Africa australe. Ma non è solamente l’Africa
a destare preoccupazione. Ci sono altri Paesi – come quelli dell’Europa dell’Est e
dell’Asia centrale – dove c’è un incremento delle infezioni. Se la comunità internazionale
ridurrà l’appoggio ci sarà veramente un disastro in questi Paesi.
D.
– E' stato presentato uno studio particolarmente interessante alla Conferenza di Vienna
sull’Aids...
R. – Questa mattina c’era un rapporto che parlava di uno
studio scientifico che ha dimostrato che il trattamento antiretrovirale è più efficiente
rispetto all’uso del preservativo. Il trattamento antiretrovirale abbassa infatti
il livello del virus nel corpo umano. Questo è molto interessante, perché, in un certo
senso, gli scienziati ora parlano lo stesso linguaggio che parla la Chiesa.
D.
– Alla Conferenza si è parlato di un gel vaginale che sarebbe capace di ridurre il
rischio di contagio del virus Hiv. Qual è la posizione della Chiesa?
R.
– Credo che questa sia davvero una novità scientifica. Non c’è ancora alcuna dichiarazione
della Chiesa su questo tema. Dunque, secondo me, bisognerà studiare bene questa nuova
ricerca, perché si tratta di uno studio effettuato su un numero di persone significativo,
ma bisognerà vedere se altri studi produrranno gli stessi risultati.
D.
– Si è vicini allo sviluppo di un vaccino?
R. – Un medico statunitense
ha presentato un rapporto che dimostra meglio il processo naturale del virus all’interno
del corpo umano. In questo ambito, più capiranno e più sarà possibile, eventualmente,
sviluppare un vaccino.