Cattolici in politica: presentato il documento preparatorio delle Settimane Sociali
“Vogliamo che la prossima settimana sociale sia un segno di concreto impegno per crescere
nella speranza”. Così mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del Comitato
scientifico e organizzatore della Settimane Sociali dei cattolici italiani, presentando
ieri a Palazzo Giustiniani, a Roma, il Documento preparatorio della prossima edizione
in programma a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre. L’incontro organizzato dal presidente
del Senato Schifani ha visto la partecipazione del segretario del Pd Bersani, del
leader dell’Udc Casini, del presidente dell’Api Rutelli e del senatore del Pdl Quagliarello.
Presenti anche vari parlamentari cattolici dei due schieramenti. Ha coordinato la
tavola rotonda Edoardo Patriarca, segretario del comitato organizzatore. Paolo
Ondarza lo ha intervistato.
R. – Certamente
il documento che noi presentiamo a Reggio Calabria è un documento fatto di concretezza,
fedele alla Dottrina sociale della Chiesa. E’ un segnale di novità per la politica:
questo sì. Non abbiamo parlato soltanto di questioni generali, ma abbiamo provato
ad individuare cinque ambiti che riteniamo urgenti e prioritari perché questo Paese
– come ricorda spesso il cardinale Bagnasco – torni a crescere. Quindi, la vita, che
è continuamente citata; il diritto e la dignità della persona, la famiglia, come pure
la questione educativa: la libertà di scelta, la questione della scuola, il pluralismo
delle istituzioni scolastiche in questo Paese…
D. – E’ insistente nelle
parole del Papa l’auspicio affinché nasca una nuova generazione di cattolici impegnati
in politica; uomini e donne che vivano l’impegno politico come vocazione, come servizio.
Ma oggi non è così?
R. – Oggi – ahimé! – incontrando tanti giovani,
parlando con loro di politica, c’è tanta delusione! Io però devo anche dire che, girando
il nostro Paese in questo anno, insieme ad altri amici, abbiamo scoperto tanti giovani
impegnati nelle pubbliche amministrazioni, tanti assessori, tanti consiglieri comunali,
tanti sindaci … Credo che lì stiano crescendo e maturando nuove vocazioni alla politica.
D.
– Va anche evidenziato il contributo che da sempre i cattolici hanno dato alla storia
dell’Italia e anche alla stesura della Costituzione. Oggi lo stesso impegno viene
chiesto nell’attuazione delle riforme – penso al federalismo…
R. – Certo!
Io credo che sia urgentissima una chiamata alla responsabilità dei cattolici, del
laicato cattolico, in questo momento difficile del nostro Paese. Volutamente, noi
abbiamo scelto di mettere questa Settimana sociale sotto il segno di don Sturzo, perché
ci è parso che quell’appello libero e forte di quasi 90 anni fa mantenesse la sua
freschezza. Credo che i cattolici abbiano ancora tanto, tanto da dare e non darlo
sarebbe un grave peccato di omissione.
D. – La presenza trasversale
dei cattolici in politica è una formula vincente? O forse, al contrario, questa fa
sì che la voce dei cattolici resti bassa, ininfluente, perché divisa?
R.
– E’ una domanda complessa a cui forse non saprei rispondere. Credo però che questa
presenza, ormai plurale, all’interno dei vari schieramenti politici, mostri una sua
debolezza e quindi che la presenza dei cristiani, dei cattolici nei vari schieramenti
si debba rendere ancora più significativa. Noi speriamo davvero di poter trovare momenti
di convergenza sulle grandi questioni che riguardano il Paese, tra i parlamentari,
tra i politici cattolici al di là dello schieramento. Non nascondo la fatica che abbiamo
fatto a riabituare i politici di ispirazione cristiana, coloro che si dichiarano cattolici,
a ritrovare nella dottrina sociale della Chiesa un filo conduttore che li impegni
in egual modo nei vari schieramenti. Credo che questo percorso sia ancora tutto da
sostenere e da rafforzare. Vedo ancora, purtroppo, troppa debolezza e questo non fa
il bene al Paese…