Afghanistan: dal 2014 la sicurezza passa alle autorità di Kabul
La Conferenza internazionale dei paesi donatori sosterrà i progetti economici e di
pace del presidente afgano Hamid Karzai, che punta al 2014 per assumere il controllo
della sicurezza nel proprio Paese. Queste le principali conclusioni della riunione
di ieri a Kabul città blindata, ma obiettivo comunque dei gruppi armati.Una pioggia
di razzi ha colpito l’aeroporto mentre nel sud due soldati delle forze internazionali
sono rimasti uccisi nell'esplosione di altrettante mine. Il servizio è di Maurizio
Salvi:
Sulle
novità emerse dalla Conferenza, Gabriella Ceraso ha sentito il parere di Alberto Negri,
inviato del Sole 24 ore a Kabul:
R. - Novità
assolute non ci sono. La data più importante che viene citata è quella del 2014, ma
se andiamo a leggere il documento la formula dice che “entro il 2014 le forze afghane
dovrebbero essere in grado di condurre operazioni in tutte le province”. Ma questo
non vuol dire esattamente “assumere il controllo” di tutto il Paese.
D.
- Quindi, un obiettivo improbabile?
R. - Più che improbabile si tratta
di un obiettivo incerto, nel senso che bisognerà far arrivare quel periodo per capire
se questo sarà fattibile. Questo è il punto principale. Vengono poi trattati tutti
gli altri temi che conoscevamo anche alla vigilia della Conferenza di sfuggita e senza
mai entrare nello specifico. Si parla, ad esempio, di un piano per la reintegrazione
dei talebani, ma non viene citato lo stanziamento di una cifra particolare o di un
fondo specifico come era stato fatto, invece, a Londra lo scorso inverno; si parla
perfino delle elezioni, ma non viene neppure precisata la data del 18 settembre, in
cui dovrebbero appunto svolgersi le politiche in Afghanistan. Allora la domanda è:
a cosa serviva una Conferenza di questo genere? E la risposta forse è molto semplice:
per tentare di tenere la Comunità internazionale in qualche modo coinvolta nella situazione
afghana in un momento di difficoltà del governo afghano, ma soprattutto degli Stati
Uniti. Gli americani hanno bisogno che gli alleati riconfermino il loro impegno per
l’Afghanistan, perché altrimenti per loro sarebbe un disastro.
D. - Per
la ricostruzione è previsto il passaggio di circa il 50 per cento della gestione dei
fondi proprio a Karzai…
R. - Questo è un punto su cui gli afghani naturalmente
insistono con grande forza, poiché gestendo direttamente i soldi, il governo afghano
può acquisire una maggiore stabilità nei confronti della popolazione civile.
D.
- La parola “pace” che spazio ha nella programmazione del futuro di un Paese costantemente
in guerra?
R. - La parola “pace” non viene citata neppure nel titolo della
Conferenza, proprio perché forse potrebbe suscitare eccessivo ottimismo, in una situazione
in cui - nella capitale superblindata ci sono stati lanci di razzi - la parola “transizione”
è la parola veramente chiave di questa Conferenza. Nelle mie previsioni, credo che
ci vorrà molto, molto più tempo perché l’Afghanistan possa reggersi in piedi da solo.