2010-07-20 14:21:14

India: la Chiesa appoggia la decisione del governo di non ostacolare la crescita demografica


La Chiesa indiana, attraverso il presidente della Commissione episcopale per la Famiglia, mons. Angelo Gracias, plaude alla decisione del governo federale di non seguire il modello della Cina e di non adottare, dunque, alcun metodo coercitivo per il controllo delle nascite. In India, specifica l'agenzia Asianews, la crescita demografica avanza al ritmo dell’1,5% l’anno, come in Cina negli anni Settanta, quando il governo maoista promulgò la famigerata legge che obbliga le coppie ad avere un solo figlio, due nelle zone rurali. A 30 anni di distanza gli effetti sono terribili: i maschi, tradizionalmente preferiti alle femmine, sono cento milioni in più e fanno fatica a sposarsi, mentre la popolazione invecchia. In India la popolazione attuale si aggira su 1.2 miliardi di persone e si stima che entro il 2050 supererà quella cinese. Nonostante l’annuncio del ministro della Salute, Ghulam Nabi Azad, contro l’uso della forza, da tempo nel Paese si pratica una serie di misure per evitare aborti selettivi e interruzioni di gravidanza. “La Chiesa è sempre accanto a quei genitori che decidono di tenere i figli che arrivano – ricorda mons. Gracias – lo Stato può fissare le linee-guida, ma non il numero giusto di figli per famiglia”. Il presule, inoltre, suggerisce alcune riflessioni: innanzitutto come la teoria apocalittica lanciata nel 1798 da Thomas Malthus sull’imminente fine del cibo in un mondo sempre più popoloso, dalla quale derivano le politiche contrarie alla famiglia, sia stata smentita dalla storia; poi si domanda quand’è che un Paese può definirsi sovrappopolato. “È difficile rispondere”, ha detto sottolineando la correlazione tra crescita economica e crescita della popolazione: negli Stati più sviluppati, infatti, il tasso di natalità è molto basso, ma per evitare questo “inverno demografico” bisogna rilanciare lo sviluppo, non tagliare la popolazione. (R.B.)







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