Aperta a Kabul la Conferenza internazionale dei donatori. Karzai: “Appoggiare il piano
di riconciliazione”
''Appoggiare il nostro piano di reintegrazione e riconciliazione''. E’ l’appello lanciato
poco fa dal presidente afghano Karzai alla comunità internazionale, riunita per la
prima volta a Kabul, per discutere del futuro del Paese. La Conferenza, che riunisce
i rappresentanti di più di 60 Paesi donatori, ha aperto i battenti circa un’ora fa
nella sede del ministero degli Esteri della capitale afghana; una città che vive queste
ore sotto assedio, a causa delle minacce terroristiche, concretizzatesi questa mattina
con un lancio di missili nella zona dell’aeroporto. Da Kabul, ci riferisce Maurizio
Salvi:
Delusione
è stata espressa dalle Ong che lavorano da anni in Afghanistan e che non sono state
convocate alla Conferenza internazionale. Salvatore Sabatino ha raccolto il
commento di Serena Di Matteo, direttrice dei programmi di sviluppo di Christian
Aid, raggiunta telefonicamente a Kabul:
R. -
C’è un po’ di disappunto per come l’evento è stato organizzato, ci sarà un numero
enorme di ministri degli Esteri che arriva. Ci aspettavamo un coinvolgimento maggiore
dei rappresentanti di Ong locali e di rappresentanti della società civile afgana.
Sarà sicuramente un evento ad altissimo livello. Mi domando solo quanto poi rifletterà
le priorità della popolazione afgana, i bisogni più urgenti. Spero che non si finisca
poi solo per parlare di politica. Noi ci preoccupiamo delle esigenze della popolazione
afgana, della ricostruzione, dello sviluppo, senza i quali non si può avere purtroppo
pace e sicurezza.
D. - Di cosa maggiormente ha bisogno la popolazione
afgana?
R. - I diritti umani sono essenziali: educazione, acqua, accesso
alle risorse, agricoltura, sviluppo agricolo, tutto quello che può aiutare lo stile
di vita e la vita della popolazione afghana ad uscire fuori da questo livello di povertà
che è spaventoso. L’Afghanistan è secondo soltanto alla Nigeria per gli indicatori
di povertà.
D. - Non è la prima volta che la comunità internazionale si
riunisce per l’Afghanistan, eppure gli altri incontri non hanno portato a risultati
rilevanti. Non c’è il rischio che possa fallire anche questa conferenza?
R.
- Questa è la nostra paura, che dopo l’incontro di Londra le aspettative su questa
Conferenza di Kabul poi vengano meno. Sono sicuramente molti i punti da discutere
nell’agenda del presidente Karzai con i ministri degli Esteri di questi 70 Paesi,
però non può essere soltanto la politica, ma deve essere anche il progresso del Paese
che purtroppo non può avvenire se non migliora la sicurezza in Afghanistan.