C'è grande attesa per la terza edizione del Fiuggi Family Festival, l’unico festival
dedicato alle famiglie italiane, che si aprirà nella cittadina laziale il prossimo
24 luglio: otto giorni per riflettere sul tema “Progetto famiglia: dal sogno alla
realtà”attraverso una ricca selezione di pellicole internazionali che illuminano i
tanti aspetti dell’essere e del fare famiglia. Di contorno, una serie di attività
nelle quali la famiglia è la vera protagonista. Il servizio di Luca Pellegrini:
Non aver
paura del cinema, della televisione e, non ultimo, dei videogiochi: il mondo della
comunicazione e del divertimento avvicinato con atteggiamento positivo, formativo,
responsabile e la famiglia al centro delle attenzioni sia come soggetto sul quale
declinare sceneggiature e visioni, sia, ancor più, come referente che utilizza questi
incomparabili strumenti e forme artistiche. Il Festival che Fiuggi dedica alla famiglia
costituisce per questi motivi un momento unico nel panorama degli eventi internazionali,
occasione speciale in cui le famiglie, incontrandosi e riconoscendosi come tali, possono
riflettere su come cinema e televisione le raccontano nei loro aspetti, dolorosi e
felici che siano, ma anche su come la famiglia stessa fruisca e accolga con senso
critico quanto le viene quotidianamente offerto. Un concorso, dunque, alcune anteprime,
decine di film sulla e per la famiglia, tra cui il mai uscito in Italia Blindeside
– storia vera di un ragazzo afroamericano pieno di problemi adottato da una famiglia
bianca che lo asseconda e lo aiuta, portandolo a diventare un campione di football
- un laboratorio di videogiochi per insegnare ai piccoli come questo strumento debba
diventare passatempo e non padrone del tempo, un convegno su “Internet in famiglia”,
mementi di aggregazione e di svago. Ma parlare di cinema per le famiglie potrebbe
risultare riduttivo? Lo abbiamo chiesto al direttore artistico del Festival, Alessandro
Zaccuri.
R. - Lo sarebbe, se non fosse che
in realtà i grandi successi sono tutti film che vanno a richiamare il mercato delle
famiglie. Il cinema parla sempre di più di famiglia, anche la stagione del cinema
italiano che si sta concludendo è stata una stagione in cui tanti film hanno affrontato
il tema della famiglia. Forse il cinema ha perso un po’ la capacità di parlare alla
famiglia, di riconoscere cioè nella famiglia il proprio interlocutore. E’ così, nei
fatti, ed un po’ meno nelle intenzioni. Un festival come il Fiuggi Family Festival
vuole essere un richiamo non soltanto al pubblico per segnalare che esistono buoni
film, interessanti, di valore e di valori sulla famiglia, ma vuole essere un richiamo
anche per chi il cinema lo fa, lo pensa e lo produce. Questa non è una nicchia ma
il mercato.
D. - Direttore, questo è davvero un Festival
trasgenerazionale: si rivolge ai bambini e agli adulti…
R.
- Il programma cerca di tener presente il pubblico dei giovanissimi e quindi con cartoni
e con film adatti a loro. Ma anche il pubblico degli adulti e quindi con retrospettive
e con anteprime per tutta la famiglia. E poi anche - e a questo ci teniamo molto -
con un concorso internazionale che va a pescare, specialmente in quello che si produce
all’estero, film che non soltanto parlano di famiglia, ma lo fanno anche con un linguaggio
accessibile davvero a gran parte del pubblico familiare.
D.
- Potrebbe essere una provocazione possibile quella di far riflettere sui valori,
avvicinandosi criticamente a quel cinema che di valori ne dimostra ben pochi?
R.
- Questo potrebbe essere un'evoluzione e secondo me un'evoluzione alla quale bisognerà
arrivare. Nel momento in cui il cinema in Italia e all’estero parla così tanto della
famiglia e presenta così tanto delle famiglie anche di tipo problematico - questo
è un trucco narrativo ben conosciuto, se c’è un problema è più difficile raccontare
una storia - è forse necessario confrontarsi, anche attraverso la forma del dibattito
e dell’approfondimento. Con questa forma di racconto può essere interessante perché
- secondo me - la famiglia deve avere il coraggio di riconoscere che dentro le mura
di casa possono nascere i problemi, ma deve anche avere la forza e il coraggio di
riconoscere che se un problema nasce in famiglia, la famiglia il più delle volte ha
gli strumenti per risolverlo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)