2010-07-18 14:53:54

A Fiuggi grande attesa per il Family Festival


C'è grande attesa per la terza edizione del Fiuggi Family Festival, l’unico festival dedicato alle famiglie italiane, che si aprirà nella cittadina laziale il prossimo 24 luglio: otto giorni per riflettere sul tema “Progetto famiglia: dal sogno alla realtà”attraverso una ricca selezione di pellicole internazionali che illuminano i tanti aspetti dell’essere e del fare famiglia. Di contorno, una serie di attività nelle quali la famiglia è la vera protagonista. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3  

Non aver paura del cinema, della televisione e, non ultimo, dei videogiochi: il mondo della comunicazione e del divertimento avvicinato con atteggiamento positivo, formativo, responsabile e la famiglia al centro delle attenzioni sia come soggetto sul quale declinare sceneggiature e visioni, sia, ancor più, come referente che utilizza questi incomparabili strumenti e forme artistiche. Il Festival che Fiuggi dedica alla famiglia costituisce per questi motivi un momento unico nel panorama degli eventi internazionali, occasione speciale in cui le famiglie, incontrandosi e riconoscendosi come tali, possono riflettere su come cinema e televisione le raccontano nei loro aspetti, dolorosi e felici che siano, ma anche su come la famiglia stessa fruisca e accolga con senso critico quanto le viene quotidianamente offerto. Un concorso, dunque, alcune anteprime, decine di film sulla e per la famiglia, tra cui il mai uscito in Italia Blindeside – storia vera di un ragazzo afroamericano pieno di problemi adottato da una famiglia bianca che lo asseconda e lo aiuta, portandolo a diventare un campione di football - un laboratorio di videogiochi per insegnare ai piccoli come questo strumento debba diventare passatempo e non padrone del tempo, un convegno su “Internet in famiglia”, mementi di aggregazione e di svago. Ma parlare di cinema per le famiglie potrebbe risultare riduttivo? Lo abbiamo chiesto al direttore artistico del Festival, Alessandro Zaccuri.

 

R. - Lo sarebbe, se non fosse che in realtà i grandi successi sono tutti film che vanno a richiamare il mercato delle famiglie. Il cinema parla sempre di più di famiglia, anche la stagione del cinema italiano che si sta concludendo è stata una stagione in cui tanti film hanno affrontato il tema della famiglia. Forse il cinema ha perso un po’ la capacità di parlare alla famiglia, di riconoscere cioè nella famiglia il proprio interlocutore. E’ così, nei fatti, ed un po’ meno nelle intenzioni. Un festival come il Fiuggi Family Festival vuole essere un richiamo non soltanto al pubblico per segnalare che esistono buoni film, interessanti, di valore e di valori sulla famiglia, ma vuole essere un richiamo anche per chi il cinema lo fa, lo pensa e lo produce. Questa non è una nicchia ma il mercato.

 

D. - Direttore, questo è davvero un Festival trasgenerazionale: si rivolge ai bambini e agli adulti…

 

R. - Il programma cerca di tener presente il pubblico dei giovanissimi e quindi con cartoni e con film adatti a loro. Ma anche il pubblico degli adulti e quindi con retrospettive e con anteprime per tutta la famiglia. E poi anche - e a questo ci teniamo molto - con un concorso internazionale che va a pescare, specialmente in quello che si produce all’estero, film che non soltanto parlano di famiglia, ma lo fanno anche con un linguaggio accessibile davvero a gran parte del pubblico familiare.

 

D. - Potrebbe essere una provocazione possibile quella di far riflettere sui valori, avvicinandosi criticamente a quel cinema che di valori ne dimostra ben pochi?

 

R. - Questo potrebbe essere un'evoluzione e secondo me un'evoluzione alla quale bisognerà arrivare. Nel momento in cui il cinema in Italia e all’estero parla così tanto della famiglia e presenta così tanto delle famiglie anche di tipo problematico - questo è un trucco narrativo ben conosciuto, se c’è un problema è più difficile raccontare una storia - è forse necessario confrontarsi, anche attraverso la forma del dibattito e dell’approfondimento. Con questa forma di racconto può essere interessante perché - secondo me - la famiglia deve avere il coraggio di riconoscere che dentro le mura di casa possono nascere i problemi, ma deve anche avere la forza e il coraggio di riconoscere che se un problema nasce in famiglia, la famiglia il più delle volte ha gli strumenti per risolverlo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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