Messico: sangue e violenze nella guerra dei narcos, 7 mila morti nel 2010
Non si ferma in Messico la spirale di violenza tra gang di narcotrafficanti. Nel mirino
dell’attentato di ieri notte a Ciudad Juarez, le forze dell’ordine. L’attacco terroristico
coincide con la pubblicazione dei dati sulla violenza in Messico, secondo cui, dal
2010 sono già oltre 7.000 i morti per attentati compiuti dai killer del narcotraffico.
Il servizio di Marco Guerra: Una macchina
imbottita di dieci chilogrammi di esplosivo e un telefonino per attivare la carica.
La modalità mai usata finora a Ciudad Juarez, secondo gli inquirenti segna un pericoloso
salto di qualità nella guerra per il controllo del mercato della droga che sta scuotendo
il Messico. L'auto-bomba, posteggiata in una delle arterie più importanti della città,
ha provocato la morte di quattro persone fra cui due agenti polizia. L’attacco dinamitardo
fa seguito all'arresto, qualche giorno fa, di uno dei capi del braccio armato del
cartello del narcotraffico locale. E sempre nelle ultime 24 ore il ministro dell’Interno
messicano ha dato notizia di un duro scontro a fuoco in una località al confine con
lo stato Usa del Texas. Nella sparatoria durata almeno due ore sono morti 9 criminali,
due civili e un militare. Ventuno i feriti. Questi ultimi episodi confermano un livello
dello scontro mai raggiunto prima, come dimostrano i dati diffusi ieri dal procuratore
generale della repubblica, Arturo Chavez, secondo cui dall'inizio del 2010, sono oltre
7.000 i morti per attentati e attacchi da parte dei cartelli del narcotraffico, a
fronte delle 9000 vittime registrate nell’intero 2009 e nonostante il governo abbia
rafforzato la presenza dei militari nelle zone più a rischio.