2010-07-16 15:36:18

Nuovo appello dei vescovi statunitensi sulla questione immigratoria


I vescovi degli Stati Uniti ribadiscono l’importanza e l’urgenza di garantire una regolamentazione in materia di immigrazione a livello federale che assicuri il rispetto della dignità delle persone. Nel Paese, intanto, è ancora acceso il dibattito sull’approvazione, nello Stato dell’Arizona, della legge che prevede misure restrittive fortemente repressive nei confronti degli immigrati irregolari. Il vice presidente della Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti, mons. Gerald Frederick Kicanas, vescovo di Tucson, riferendosi proprio alla situazione dell’Arizona ha sottolineato “di essere testimone ogni giorno delle conseguenze del fallimentare sistema immigratorio”. Il presule ha ribadito che “la riforma della legge sull’immigrazione deve essere affrontata in maniera umanitaria e comprensiva”. Negli Stati Uniti – ricorda l’Osservatore Romano – sono circa 11 milioni gli immigrati irregolari. Nel solo 2008 sono state rimpatriate in Messico almeno 559 mila persone, l’8,7% in più rispetto all’anno precedente. Questa realtà – ha spiegato mons. Kicanas – ha implicazioni giuridiche e morali. I vescovi – ha ricordato il presule – ritengono che “lo stato di diritto sia fondamentale: tutti coloro che infrangono la legge dovrebbero essere puniti”. Una riforma comprensiva della legge sull’immigrazione – ha precisato mons. Kicanas – dovrebbe onorare il ruolo della legge e aiutare a ripristinarla, chiedendo agli undici milioni di immigrati irregolari di pagare una multa e le tasse, di imparare la lingua inglese e quindi di mettersi in regola. Noi crediamo che questa sia una pena proporzionata per aver infranto le regole”. Riferendosi all’aspetto morale il vescovo di Tucson ha poi aggiunto: “Non possiamo accettare il duro lavoro e il pagamento delle tasse da parte degli immigrati” senza prevedere per loro “una protezione giuridica”. La riforma della legge sull’immigrazione – ha concluso mons. Kicanas – renderà la nazione più sicura, “risparmiando tempo e risorse per concentrare l’attenzione su coloro che invece entrano clandestinamente negli Stati Uniti per compiere attività contrarie alla legge”. (A.L.)








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