Nuovo appello dei vescovi statunitensi sulla questione immigratoria
I vescovi degli Stati Uniti ribadiscono l’importanza e l’urgenza di garantire una
regolamentazione in materia di immigrazione a livello federale che assicuri il rispetto
della dignità delle persone. Nel Paese, intanto, è ancora acceso il dibattito sull’approvazione,
nello Stato dell’Arizona, della legge che prevede misure restrittive fortemente repressive
nei confronti degli immigrati irregolari. Il vice presidente della Conferenza episcopale
cattolica degli Stati Uniti, mons. Gerald Frederick Kicanas, vescovo di Tucson, riferendosi
proprio alla situazione dell’Arizona ha sottolineato “di essere testimone ogni giorno
delle conseguenze del fallimentare sistema immigratorio”. Il presule ha ribadito che
“la riforma della legge sull’immigrazione deve essere affrontata in maniera umanitaria
e comprensiva”. Negli Stati Uniti – ricorda l’Osservatore Romano – sono circa 11 milioni
gli immigrati irregolari. Nel solo 2008 sono state rimpatriate in Messico almeno 559
mila persone, l’8,7% in più rispetto all’anno precedente. Questa realtà – ha spiegato
mons. Kicanas – ha implicazioni giuridiche e morali. I vescovi – ha ricordato il presule
– ritengono che “lo stato di diritto sia fondamentale: tutti coloro che infrangono
la legge dovrebbero essere puniti”. Una riforma comprensiva della legge sull’immigrazione
– ha precisato mons. Kicanas – dovrebbe onorare il ruolo della legge e aiutare a ripristinarla,
chiedendo agli undici milioni di immigrati irregolari di pagare una multa e le tasse,
di imparare la lingua inglese e quindi di mettersi in regola. Noi crediamo che questa
sia una pena proporzionata per aver infranto le regole”. Riferendosi all’aspetto morale
il vescovo di Tucson ha poi aggiunto: “Non possiamo accettare il duro lavoro e il
pagamento delle tasse da parte degli immigrati” senza prevedere per loro “una protezione
giuridica”. La riforma della legge sull’immigrazione – ha concluso mons. Kicanas –
renderà la nazione più sicura, “risparmiando tempo e risorse per concentrare l’attenzione
su coloro che invece entrano clandestinamente negli Stati Uniti per compiere attività
contrarie alla legge”. (A.L.)