Notte di Caravaggio a Roma per ricordare i 400 anni dalla morte del grande artista
Il 18 luglio del 1610 sulla spiaggia di Porto Ercole moriva Michelangelo Merisi detto
il Caravaggio. Per ricordare i 400 anni dalla sua morte Roma, dove l’artista visse
14 anni, gli renderà omaggio con l’apertura straordinaria e gratuita, dalle ore19.00
di domani fino alle ore 9.00 di domenica, della Galleria Borghese, di Sant’Agostino
che custodisce la Madonna dei Pellegrini, di San Luigi dei Francesi, dove si potrà
vedere la cappella Contarelli da lui affrescata. Santa Maria del Popolo, dove si fronteggiano
la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro, chiuderà all’una di
notte. Durante “La Notte di Caravaggio” le chiese e i musei saranno raccordati da
una linea continua di bus-navetta, non saranno necessarie prenotazioni e si andrà
avanti fino ad esaurimento della capienza. La Soprintendenza organizzerà visite guidate.
Al microfono di Antonella Palermo, il pittore e storico dell’arte Rodolfo
Papa, docente all’Università Urbaniana, esperto di Caravaggio:
R. – Caravaggio
è in questo momento l’artista vincente. L’artista vincente su tutto il patrimonio
“storico”: abbiamo visto in questi mesi a Roma il mondo intero passare alle Scuderie
del Quirinale, per venire a vedere le opere di Caravaggio. Questo è accaduto, dagli
anni Cinquanta in poi, ogni volta che le opere sono state esposte, ma questa volta
credo che l’elemento mediatico lo abbia veicolato talmente tanto che ormai è l’artista-campione.
D.
– Si può parlare di una riscoperta?
R. – Riscoperto,
sì. Riscoperto perché per almeno due secoli, fino agli anni Quaranta-Cinquanta, Caravaggio
era stato assolutamente sconosciuto, sia ai critici – non veniva studiato – ignoto
ai teorici, agli storici dell’arte, ma soprattutto al grande pubblico. E lì, Roberto
Longhi, Bernard Berenson hanno avuto un’importanza straordinaria
per la sua riscoperta e poi, pian piano, per la sua promozione che è arrivata fino
ai confini della terra. I miei testi sul Caravaggio li hanno tradotti anche in coreano
…
D. – Perché non è stato sufficientemente studiato?
R.
– C’è sempre il problema delle mode teoretiche del momento, e Caravaggio non coincideva
con i parametri tardo-ottocenteschi o d’inizio secolo. Invece, è stato più apprezzato
perché veicolato attraverso una cultura più bohémienne e quindi dell’artista “pazzo
e scellerato” che ha fatto tanta storia. Quindi, questa leggenda nera lo ha veicolato
moltissimo. Ma oggi si è arrivati a comprendere – almeno in ambito storiografico,
sul grande pubblico sarà un po’ più lunga e un po’ più complessa – che questa leggenda
nera è un po’ meno nera di quanto uno la immagini, perché in realtà è simile a tante
altre vite …
D. – Caravaggio è stato rivoluzionario
dal punto di vista artistico?
R. – Caravaggio non è
un artista rivoluzionario, come non lo è Michelangelo. Gli artisti rivoluzionari sono
quelli che cambiano le regole, che demoliscono completamente il passato e inventano
qualcosa di completamente nuovo che non ha nulla a che fare con la tradizione. Caravaggio
è un artista che conosce tutte le teorie artistiche del suo tempo e le applica, semmai
applicandole talmente bene che potremmo dire che è il miglior manierista del suo tempo:
avversato dai manieristi, ma con una cultura totalmente manierista. Quindi, semmai
è un artista “innovativo” … (Montaggio a cura di Maria Brigini)