Iraq: a Kirkuk ordinati due sacerdoti e quattro diaconi
“Un segno di vitalità e speranza”. Così l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis
Sako, commenta l’ordinazione di due nuovi sacerdoti avvenuta oggi, nella cattedrale
della sua diocesi. E si può dire che luglio - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha visto
una vera e propria fioritura di ordinazioni sacerdotali, che hanno infuso nuova linfa
vitale alla comunità cristiana, prostrata dal perdurare delle violenze settarie e
dell’instabilità politica che affligge l’Iraq. Insieme ai due sacerdoti infatti, oggi
sono stati ordinati anche quattro diaconi permanenti. Prima di loro, il 9 luglio,
era stata la volta di un altro sacerdote consacrato a Dohok, nel nord; mentre un quarto
sacerdote sarà ordinato il 23 luglio a Karamless, nella diocesi di Mosul. Anche la
Chiesa siro-cattolica di Bartella e Karakosh ha avuto nuovi sacerdoti in questo mese.
“E’ un segno di vitalità e speranza veder questi giovani consacrati al Signore e al
servizio dei loro fratelli che vivono in una grande sofferenza, in questo tempo di
tribolazione e di buio”, ha dichiarato mons. Sako. Oggi, alla funzione celebrata dal
presule, hanno partecipato numerosi fedeli uniti nella preghiera e nella gioia, “perché
questi nuovi preti possano portare il messaggio di Dio, che è l'amore e la pace, a
tutti senza distinzione” afferma mons. Sako. Nella sua omelia l’arcivescovo ha ricordato
ai nuovi sacerdoti di vivere il dono di Dio come lo ha vissuto Maria, come un rapporto
personale che cambia la vita: “Come Lei, dobbiamo ‘conservare queste cose nel cuore
e meditarle’. La preghiera è un vero e proprio scudo di protezione, a condizione che
sia nell’umiltà. Maria ha detto ‘sono la serva di Dio’, anche noi siamo servi del
Signore. La preghiera è il carattere distintivo che fa vedere alla gente Cristo nel
nostro apostolato”. (R.P.)