Cina-Germania: Angela Merkel rilancia i rapporti con Pechino
“Facilitare l’accesso delle industrie tedesche in Cina”. E' l'obiettivo indicato dal
cancelliere tedesco, Angela Merkel, in occasione dell'incontro oggi a Pechino con
il premier cinese Wen Jiabao. L’incontro è destinato a concludersi con la firma di
diversi accordi bilaterali, che potrebbero portare alla nascita di un’ampia partnership
strategica tra i due Paesi. Salvatore Sabatino ha chiesto a Mario Deaglio,
docente di Economia Internazionale presso l’Università di Torino, se si possa parlare
di un’ulteriore conferma dello spostamento dell’asse economico mondiale verso oriente.
Ascoltiamo:
R. – Direi
di sì. Bisogna tener conto che questo incontro avviene pochi mesi dopo che la Cina
ha superato la Germania come principale esportatore mondiale. Quindi abbiamo i due
primi esportatori mondiali che si metteranno d’accordo su una serie di brevetti settoriali
importanti, i quali da soli direi che fanno almeno un quarto del commercio mondiale.
Questa è una novità rispetto agli ultimi anni. L’ascesa della Cina è stata assolutamente
meteorica: ancora nel 2005 – quindi, cinque anni fa – le esportazioni cinesi erano
circa la metà di quelle attuali.
D. – Questi accordi che
tipo di conseguenze avranno sugli equilibri interni europei?
R.
– Penso rafforzeranno ancora la Germania, come polo di eccellenza tecnologica in alcuni
settori, soprattutto i settori della meccanica montata, della meccanica elettrica,
del materiale ferroviario e di altre cose del genere. Quindi potrebbero rafforzare
l’idea dei tedeschi di fare un’Unione Europea – per così dire – a loro immagine e
somiglianza, cioè di imporre o di convincere pesantemente gli alleati ad accettare
il modello tedesco. Questo vuol dire uno Stato sociale molto forte ma anche un'estrema
severità fiscale.
D. – Insomma, la Germania si rafforza,
mentre Grecia, Spagna e Portogallo stanno vivendo proprio in questi giorni un momento
difficilissimo. Il rischio concreto, dunque, è quello di creare un ulteriore scalino
tutto interno all’Europa …
R. – Il rischio concreto è che
l’Europa a due velocità, che si era sempre prefigurata ma mai realizzata, adesso faccia
un passo avanti, quindi diventi molto più probabile.
D. –
Fanno impressione i dati sull’economia cinese che, pur rallentando nel secondo trimestre,
segna comunque una crescita del 10,3 per cento contro l’11,9 per cento dei primi tre
mesi del 2010. La crisi sta colpendo anche il gigante asiatico?
R.
– No! Intanto un aumento di questo genere è fantascientifico per noi: la Cina aumenta
in un anno più di quanto l’Italia aumenti in dieci anni! Questo rallentamento è stato
ampiamente voluto dalle autorità cinesi le quali hanno messo in atto dei freni monetari
di una certa importanza, preoccupate soprattutto per il boom edilizio che potrebbe
tradursi poi in una bolla che scoppia. Quindi per evitare questo hanno messo un freno,
limitando soprattutto la quantità di credito che le banche possono dare, non tanto
alzando gli interessi ma limitando la quantità. Questo freno tende a funzionare …